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5:12 pm, 26 Luglio 23 calendario

Mattarella: “Stop accordo sul grano ha conseguenze drammatiche”

Di: Redazione Metronews
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«Con la decisione della Russia di non rinnovare l’accordo per il grano, le conseguenze drammatiche sul piano alimentare si rifletteranno sulla vita e la sopravvivenza di moltissime persone e di tanti Paesi, particolarmente dell’Africa e del Medio Oriente. E’ quindi urgente un impegno comune di tutti perchè si arrivi ad una prospettiva di pace per superare questa condizione e ripristinare il diritto internazionale, essendo inaccettabile che un Paese più grande e più forte voglia imporre la sua volontà a un Paese meno grande e meno forte». Lo ha dichiarato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dopo il colloquio con il presidente del Vietnam. «Abbiamo parlato – ha detto Mattarella – di quanto sia alta in Italia l’angoscia per la guerra di aggressione che la Russia ha condotto contro l’Ucraina, di quanto questo stia turbando la vita del mondo, oltre che la vita dell’Europa e la condizione del Paese oggetto di questa aggressione; di tante vittime che si verificano, di tante devastazioni, di una corsa al riarmo che sottrae energia ad altri settori».

Conseguenze drammatiche per l’Africa

Tra i paesi in via di sviluppo più colpiti dall’interruzione dell’accordo Onu sul grano ci sono il Bangladesh con oltre un miliardo di chili di grano importato dall’Ucraina nel corso dell’anno di durata dell’intesa; l’Egitto con 417 milioni di chili di grano, 998 milioni di chili di mais, 4,6 milioni di chili di olio e farina di girasole e 131 milioni di chili di semi di soia; il Kenya con 385 milioni di chili di grano, 53 milioni di chili di mais. Lo certifica un’analisi della Coldiretti sulla base dei dati del Centro Studi Divulga in occasione della presentazione della Coalizione Mondiale dei Mercati Contadini promossa da Campagna Amica, nell’ambito del Food Summit Onu. Tra i paesi coinvolti anche l’Etiopia con quasi 263 milioni di chili grano, lo Yemen con 259 milioni di chili di grano e la Tunisia con oltre 222 milioni di chili di grano, 356 milioni di chili di mais, 108 milioni di chili di altri prodotti.

Spinta sui flussi migratori

L’analisi della Coldiretti evidenzia come ai paesi poveri è stato destinato ben il 58% dei prodotti agricoli transitati nei tre porti di Chornomorsk, Yuzhny e Odessa. Lo stop all’accordo Onu fra Russia e Ucraina per le spedizioni di grano dai porti del Mar Nero interrompe infatti – precisa la Coldiretti – un fiume di quasi 19 miliardi di chili di frumento per il pane, mais, olio di girasole e altri prodotti, che nell’anno di durata dell’intesa sono stati destinati ai paesi poveri dell’Africa e dell’Asia, con il rischio che fame, carestie e crisi economica spingano con maggiore forza i flussi migratori verso l’Italia e il resto dell’Unione Europea con pesanti ripercussioni politiche e sociali.

Favorire le filiere locali

Secondo il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini «l’obiettivo è esportare un modello di sviluppo che punti sulla valorizzazione delle realtà locali, sfruttando le potenzialità dell’impresa familiare e sostenendo così i piccoli produttori del Sud del mondo, minacciati dalla distorsione nei sistemi di produzione e distribuzione degli alimenti che favorisce l’accaparramento delle terre e provoca la fuga dalle campagne verso i Paesi più ricchi dove spesso li attendono la sofferenza e l’emarginazione. La cosa importante – ha aggiunto – è favorire filiere di prodotti locali destinati a soddisfare il fabbisogno alimentare del territorio anche attraverso la creazione di mercati contadini a chilometri zero secondo il modello promosso da Campagna Amica con la World Farmers Market Coalition».

26 Luglio 2023
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