Autonomia
4:31 pm, 4 Luglio 23 calendario

Intoppo sull’Autonomia differenziata, si dimettono 4 big del comitato Lep

Di: Redazione Metronews
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«Siamo costretti a prendere atto che non ci sono più le condizioni per una nostra partecipazione ai lavori del Comitato» per l’individuazione dei Lep, i Livelli essenziali delle prestazioni. E’ il nocciolo della lettera – anticipata dal Sole 24 ore – inviata al ministro Roberto Calderoli e al presidente del Comitato, Sabino Cassese, con cui quattro esperti – Giuliano Amato e Franco Gallo, ex presidenti della Corte Costituzionale, Alessandro Paino, ex presidente del Consiglio di Stato, e Franco Bassanini, ex ministro della Funzione pubblica – rassegnano le dimissioni dall’organismo tecnico di 62 esperti voluto dal ministro leghista per individuare i Livelli essenziali delle prestazioni, collegati a doppio filo al ddl sull’autonomia differenziata. Un punto cruciale, l’architrave che dovrebbe sostenere la riforma, anche per scongiurare le proteste di chi ritiene che il progetto dell’autonomia differenziata potrebbe aumentare il divario tra le Regioni del Nord e quelle del Sud.  Per questo si era deciso di costruire tutta la riforma subordinando il trasferimento di competenze dallo Stato ai territori soltanto dopo aver fissato chiaramente i Lep. Lo scopo è quello di garantire standard minimi di servizio pubblico che siano omogenei in tutta in Italia, a salvaguardia dei “diritti civili e sociali” protetti dalla Costituzione. Nel disegno di legge alla base della riforma viene però precisato che i costi per i Lep devono essere compatibili “con gli obiettivi programmati di finanza pubblica” e quindi non pesare eccessivamente sulle casse dello Stato.

L’Autonomia differenziata condizionata ai Lep

Nella lettera che i quattro dimissionari hanno inviato a Calderoli e al presidente del comitato Cassese, si legge però che – a oggi – sono ancora «irrisolti alcuni problemi di fondo». «Finché non sono stati determinati tutti i Lep, e non sono stati ridefiniti, in relazione ai loro costi standard, gli strumenti e i modi per assicurare a tutte le Regioni una effettiva Autonomia tributaria che consenta loro di finanziare integralmente i Lep medesimi, la effettiva portata di quei principi resta indeterminata e indeterminabile», si legge nel documento. «La contraddizione fra il dettato costituzionale (116, 117 e 119) e il primo periodo del comma 791, da un lato, e le altre disposizioni della legge di bilancio, dall’altro, si potrebbe risolvere modificando queste ultime mediante appositi emendamenti al disegno di legge Calderoli, facendo così correttamente prevalere le norme costituzionali. Ma abbiamo inteso che questa proposta non è condivisa né da te (Roberto Calderoli, ndr), né da Sabino Cassese», scrivono i 4 dimissionari. «Non è stata parimenti condivisa la nostra proposta di consentire al Parlamento, nel corso dell’esame del disegno di legge Calderoli, di definire preventivamente alcuni limiti alla negoziazione delle intese, da intendersi come contenuti non negoziabili, quali per esempio le norme generali sull’istruzione o le grandi infrastrutture nazionali di trasporto (autostrade, ferrovie, grandi porti e aeroporti), le reti di telecomunicazione e le infrastrutture nazionali di trasporto e distribuzione dell’energia elettrica e del gas». Insomma a nulla ha portato l’interlocuzione portata avanti nei mesi scorsi.

Calderoli rammaricato ma non recede

Pur dicendosi «francamente stupito, sorpreso e rammaricato trattandosi, non solo di esperti, ma anche di amici ed ex colleghi con cui ho lavorato da decenni», Calderoli assicura che il progetto non subirà alcuno stop. «Assolutamente no. Erano 62 membri nel comitato e ora ne restano 58, ancor più motivati nella definizione dei Lep e nel raggiungimento dell’obiettivo. Porteremo a casa questo risultato di civiltà. Il governo va avanti, ce ne faremo una ragione delle loro dimissioni, sperando che il gesto non abbia un risvolto squisitamente politico».

Le opposizioni critiche

Le opposizioni, Pd in testa, colgono al volo l’occasione per tornare a tuonare contro il ddl leghista, all’esame del Senato e definito senza mezzi termini «spacca Italia». 
Le dimissioni dei quattro sperti, sentenzia il capogruppo del Pd a palazzo Madama, Francesco Boccia, danno «il colpo finale al progetto dell’autonomia differenziata di Calderoli e della Lega». Garantire i livelli essenziali delle prestazioni in maniera omogenea ha un costo, che alla luce delle scelte compiute nel ddl Calderoli rischia di essere imponente e di allargare ancora di più le diseguaglianze territoriali, sottolinea Boccia. «A dimostrazione che la riforma della Lega non è gratis, perchè non c’è riforma che sia a costo zero, e che a pagare sarebbero le regioni del Sud, già molto penalizzate in termini di garanzie di servizi». «Il ministro Calderoli non provi a minimizzare il significato delle quattro ‘illustrì dimissioni all’interno del comitato per l’individuazione dei Lep: si tratta di un fallimento della sua operazione», sostiene Filiberto Zaratti, capogruppo Avs in commissione Affari costituzionali della Camera. «Restiamo favorevoli all’Autonomia, ma le quattro dimissioni illustri dal Comitato Lep dimostrano ancora una volta che la riforma Calderoli non dà risposte chiare ai Livelli essenziali delle prestazioni, in particolare sulle risorse». Così la senatrice di Azione-Italia Viva Daniela Sbrollini, vicepresidente della Commissione Affari sociali del Senato. «Per i Lep, ma anche per i Lea, Livelli essenziali di assistenza, c’è un enorme problema legato ai fondi. E’ essenziale che i requisiti minimi, soprattutto in campo sanitario, siano rispettati in tutta Italia e in tutte le regioni, perchè possa partire una autonomia che significa anche responsabilità».

«Dopo il dossier del Servizio bilancio del Senato, che già aveva sottolineato come senza risorse adeguate il disegno autonomista della Lega non regga nemmeno per un secondo, adesso anche il tanto decantato Comitato sui Lep (i Livelli essenziali delle prestazioni) perde pezzi per lo stesso motivo.- afferma in una nota Gianmauro Dell’Olio (M5s), vicepresidente della Commissione Bilancio della Camera – Le dimissioni di ex ministri ed ex presidenti della Corte costituzionale dall’organo, che a detta di Calderoli avrebbe dovuto assicurare l’individuazione rigorosa dei Lep medesimi da garantire in egual misura su tutto il territorio nazionale, sancisce non solo la pericolosità delle scorribande istituzionali della Lega, ma anche l’obbligo per la Meloni di fermare questo scempio».

 

 

4 Luglio 2023
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