Venezia
1:53 pm, 28 Maggio 23 calendario

Canal Grande color fluo, mistero a Venezia. “Forse un tracciante”

Di: Redazione Metronews
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«Stamattina nel Canal Grande di Venezia è apparsa una chiazza di liquido verde fosforescente, segnalata da alcuni residenti all’altezza del Ponte di Rialto». Lo rende noto con un post su Facebook il Governatore del Veneto Luca Zaia.

Venezia, forse tracciante

“Sembrerebbe da considerarsi un tracciante, ovvero un liquido che viene immesso in tutte quelle circostanze ove si verifica una perdita di acqua per comprenderne il tragitto seguito” la sostanza che ha colorato di verde fluo l’acqua del Canal Grande a Venezia. Lo fa sapere la polizia che in una nota precisa che “l’azione al momento non è stata rivendicata e in base agli accertamenti condotti dai vigili del fuoco non sono emerse situazioni di pericolo per la salute della popolazione”.

La nota ricostruisce anche i fatti di questa mattina: “Alle ore 9.30 circa, nelle vicinanze del Ponte di Rialto, è stata riscontrata una colorazione verde del bacino acqueo. A seguito dei primi accertamenti, condotti dai vigili del fuoco, insieme alla polizia locale di Venezia e all’Arpav, il prefetto di Venezia ha disposto l’effettuazione di una riunione di coordinamento interforze in questura nell’ambito della quale polizia di Stato, Arma dei carabinieri, guardia di finanza, polizia locale di Venezia e vigili del fuoco hanno messo a fattore comune le informazioni acquisite e gli accertamenti svolti sull’evento al fine di individuarne le cause e le conseguenti azioni da intraprendere”.

Ultima Generazione: “Non siamo stati noi”

I ragazzi di Ultima Generazione ribadiscono di non avere nulla a che fare con quanto accaduto a Venezia. E’ quanto viene sottolineato dall’ufficio stampa di Ultima Generazione.

Il precedente artistico

La chiazza verde fosforescente richiama alla memoria una clamorosa performance (non autorizzata) dell’artista e architetto argentino Nicolás García Uriburu (1937-2016), pioniere della Land Art. Nel 1968, in occasione della Biennale d’Arte, Uriburu fu protagonista del primo blitz artistico-ambientalista: “colorò” di verde le acque del celebre Canale veneziano utilizzando alcuni secchi pieni di un pigmento (fluoresceina sodica) che rendeva fosforescenti i microrganismi presenti nell’acqua.

García Uriburu applicò il suo trattamento alla fluoresceina successivamente in altri corsi d’acqua, come il Lac de Vincennes di Parigi (1971), le fontane del Trocadéro di Parigi (1972), il porto di Nizza (1974) e il porto di Anversa (1974). Ha continuato a dedicare la sua arte alla rappresentazione delle specie in via di estinzione e della perdita di habitat con performance ripetendo l’esperimento anche nelle acque dell’East River a New York, della Senna a Parigi, del Tamigi a Londra e del Rio della Plata.

La convulsa Biennale Arte del 1968 non fu solo segnata dalle contestazioni di artisti e pubblico, fu anche lo scenario di una performance spettacolare, fra le prime manifestazioni di Land Art a livello mondiale. Stanco delle tele, Uriburu volle “dipingere” il Canal Grande versandovi litri di una sostanza che colorò le acque di un verde brillante. E Uriburu lo fece, inoltre, senza essere invitato alla Biennale e senza nessun permesso: inevitabile l’arrivo della polizia che lo portò in questura per identificarlo e denunciarlo. Fu solo l’inizio di una serie di “colorazioni” di Uriburu che, condannando il rapporto fra società capitalista e natura, introdussero le questioni ecologiste nel mondo dell’arte. Nel 2018 al Museo Nazionale di Belle Arti di Buenos Aires si è tenuta la mostra “Venecia en clave verde” che si concentrava su quell’azione dell’artista argentino sul Canal Grande, celebrandone il mezzo secolo, ma presentando anche altre “opere” di Uriburu – tutte di taglio politico – realizzate fra il 1968 e il 1974, anno in cui ritornò ad abbracciare la pittura.

28 Maggio 2023
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