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7:21 pm, 22 Maggio 23 calendario

Mion sul Ponte Morandi: “Non stava in piedi ma siamo rimasti zitti”

Di: Redazione Metronews
Ponte Morandi
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In aula oggi a Genova, nell’ambito del processo per il crollo del Ponte Morandi, c’è stata la deposizione choc di Gianni Mion, per quasi 30 anni amministratore delegato di Edizione, «cassaforte» della famiglia Benetton e proprietaria di Autostrade. «Eravamo impreparati a gestire la rete – ha dichiarato il manager ascoltato come persona informata dei fatti – in una riunione fra manager e dirigenti nel 2010 emersero dubbi sul fatto che il Ponte Morandi potesse rimanere in piedi, a causa di un grave difetto di progettazione. Io chiesi se c’era un ente terzo che certificasse la stabilità del viadotto, mi dissero che lo autocertificavamo. Quella risposta mi terrorizzò. Castellucci (ex ad di Autostrade per l’Italia) era presente e non disse nulla».

Mion sul Ponte Morandi “impreparati”

L’ex capo di Edizione è stato sentito a lungo: «Entrai in Edizione nel 1986 – ha precisato – vi rimasi per molto tempo. Il business principale era rappresentato dell’abbigliamento, ma lavorammo per diversificare il portafoglio e così si entrò nelle autostrade. Le nostre cose migliori le abbiamo fatte quando avevamo soci, che ci aiutavano a capire. Autostrade era una cosa troppo difficile per noi e per i miei azionisti, avevamo bisogno di supporto – ha aggiunto Mion – si è visto, sono attività molto complesse e noi eravamo del tutto impreparati. Davamo per scontato che il management esistente della vecchia Autostrade fosse in grado, le cose non andarono così e per questo pensai ad Abertis, per diluire nostri compiti. Questo mio orientamento mi allontanò da Gamberale e Castellucci perchè temevano di perdere poteri. E poi vi fu un intervento diretto a livello istituzionale, politico, sul signor Benetton, gli dissero che non si doveva fare e anche lui non era più convinto».

«Si parlò di autocertificazione»

«Il Polcecevera era importantissimo, collegava tre regioni. Ho un vivissimo ricordo, ad un incontro parteciparono Castellucci e l’allora direttore generale Mollo di Aspi – ha ricostruito Mion – del Morandi emerse la specificità del progetto dell’ingegner Morandi, avevo capito che era molto originale e complicato. Io, che pure non sono tecnico, chiesi: c’è una certificazione di un agente esterno sulla percorribilità del Ponte?». Il pm in aula ha ricordato che, interrogato dalla Finanza, il manager aveva sostenuto che «i tecnici rivelarono che c’erano dubbi che quel ponte potesse stare su e la risposta fu ce lo autocertifichiamo». Mion ha confermato quelle dichiarazioni riferendosi all’ingegner Mollo: «Io purtroppo non replicai, ma ero preoccupato. Cosa vuol dire autocertificarsi? È una contraddizione in termini. Non condividevo, ma non dissi niente, è un mio rammarico».

22 Maggio 2023
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