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12:23 pm, 10 Febbraio 23 calendario

Petrolio, Mosca taglia la produzione: il prezzo del greggio decolla

Di: Redazione Metronews
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La Russia prevede a marzo di ridurre la produzione di petrolio di 500mila barili al giorno. Ad affermarlo è il vice primo ministro della Federazione Russa Alexander Novak secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa russa Tass.

Petrolio, il taglio di Mosca…

“Ad oggi, vendiamo completamente l’intero volume di petrolio prodotto, tuttavia, come è stato affermato in precedenza, non venderemo petrolio a coloro che aderiscono direttamente o indirettamente ai principi del ‘tetto dei prezzì”, ha sottolineato Novak. “La Russia a marzo quindi ridurrà volontariamente la produzione di 500mila barili al giorno”, ha spiegato Novak.
Il rappresentante di Novak ha affermato che la riduzione della produzione interesserà solo il petrolio, escluso il condensato di gas. Secondo una fonte Tass del settore, la riduzione della produzione sarà conteggiata dal livello reale di produzione e non dalla quota della Russia nell’ambito dell’accordo Opec+. La Russia ha preso questa decisione da sola, non ci sono state consultazioni con l’Opec+.

…e il taglio dei Paesi Opec+

Il taglio si aggiunge al limite di produzione di 2 milioni di barili al giorno fissato dall’Opec+ (di cui fa parte anche la Russia) deciso per sostenere i prezzi. Secondo il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, «ci sono state conversazioni con un certo numero di membri dell’Opec+» prima dell’annuncio di Mosca. E i delegati di altri membri del cartello di produttori hanno dichiarato all’agenzia Bloomberg che non compenseranno il calo della produzione russa.

Il prezzo del greggio vola

La mossa di Mosca ha spinto verso l’alto il prezzo dell’oro nero. A Londra il Brent, benchmark europeo di riferimento, è salito del 2,49% a 86,60 dollari, mentre il Wti americano del 2,41% a 79,93 dollari. Quando sono scattati i bandi al greggio russo, Mosca è stata in grado di compensare la perdita delle sue vendite in Occidente con acquisti dall’Asia, in particolare dalla Cina e dall’India. «Tuttavia – ha osservato Carsten Fritsch, analista di Commerzbank – le restrizioni sui prezzi hanno costretto la Russia a vendere il petrolio a costi molto più bassi» e questo «potrebbe spiegare il suo desiderio di rilanciare il mercato».

Nonostante Mosca parli di «decisione unilaterale», secondo diversi analisti il taglio non sarebbe del tutto volontario e vi avrebbero contribuito fattori di mercato. Secondo Giovanni Staunovo, analista di Ubs, il calo dell’offerta, anche se la domanda potrebbe aumentare con la riapertura della Cina, potrebbe far salire i prezzi dell’oro nero in modo più duraturo.

10 Febbraio 2023
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