Sanremo 2023
10:51 pm, 19 Gennaio 23 calendario
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Will verso Sanremo: «Non farò la figura dello Stupido!»

Di: Orietta Cicchinelli
Will
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Will si prepara al suo primo Sanremo: un po’ di ansia, un po’ di sana emozione. Tanta voglia di far bene su quel palco, l’Ariston, unico al mondo, dove sono passati tanti grandi artisti che appartengono alla storia. E tanti ancora ne passeranno…c’è da scommetterci!

«Vorrei sfruttare il palco di Sanremo andando preparato con “Stupido”, brano nato nel periodo sofferto del Covid, quando mi arriva un ritornello di Simone Cremonini. C’ho lavorato un sacco per scrivere una cosa per tutti. Ho mandato il provino al mio discografico: gli è piaciuto, ma poi l’abbiamo accantonato, troppo diverso dal mio solito. Ma ci è sembrato perfetto per Sanremo». Parola di Will che, superata la finalissima di Sanremo Giovani con “Le cose più importanti”, sarà tra i protagonisti dal 7 febbraio al Festival di Amadeus col brano “Stupido”, scritto con Simone Cremonini e Andrea Pugliese.

Per Will sarà la prima volta all’Ariston tra i Big della canzone italiana

Che effetto fa?
«Sono un po’ in ansia come in un pre-partita. Ma mi sto allenando. Vorrei essere all’altezza del cantante che si esibirà prima e dopo di me. E ho paura di sentirmi Stupido. Mi auguro che non succeda! Spero di cantare bene: voglio arrivare preparato alla serata e l’idea di essere accompagnato dall’orchestra mi gasa».

Sanremo 2023 è una rivincita dopo l’eliminazione da X Factor?
«No, allora ero ancora acerbo. Hanno fatto bene a eliminarmi: mi ero dimenticato il testo! Quella bocciatura è stata importante per la mia crescita: come nello sport. La vita mi ha insegnato che servono le bocciature».

Nei testi delle canzoni al Festival si nota un’inversione di tendenza: al posto della rabbia c’è amore.
«Per fortuna! Perché l’odio espresso nella musica non è che mi facesse impazzire. Comunicare ai giovani l’odio attraverso le canzoni non è una bella cosa. E quest’anno ci sono tante belle canzoni».
Chi l’accompagnerà?
«Mia mamma non verrà: con lei tra il pubblico in sala perderei la testa. Porto con me mio fratello Benjamin…».

A chi dedica la sua canzone?
«A me e a chi come me ha lavorato al pezzo. E a tutti quelli che si sono sentiti nella vita almeno una volta stupidi».

Intanto il FantaSanremo impazza.

«L’ho sempre fatto da spettatore. E sì, starò al gioco! Diverte e restituisce alla gente la dimensione del divertimento».

Nel nuovo disco…
«Ci sarà un sacco di roba: pezzi più adulti e altri meno. Sono passati tre anni dal mio esordio e, da timido, mi racconto lasciando parlare la musica per me!»

Perché proprio la musica?
«Ho cominciato per noia: cercavo un modo di esprimermi. Inizialmente era solo scrittura e poi è diventata musica. Il bisogno di raccontarmi è stato primario: solo così mi sento me stesso e libero».

E cosa ascolta Will?
«A 15-16 anni seguivo molto la trap, in seguito, grazie ad amici e parenti, mi sono appassionato ai cantautori. Oggi preferisco il rap cantautoriale: Marracash, Fabri Fibra… Ma l’artista che non vedo l’ora di incontrare sul palco è Giorgia: una delle voci più belle che abbiamo in Italia. Una grande!».

Come nasce la sua musica?
«Scrivo frasi, concetti sul telefono che dopo vado a ripescare quando ho una melodia. Scrivo solo e, in seguito, perfeziono in compagnia. Scrivo tanto e molte cose vengono accantonate e poi ripescate dal passato, altre invece escono subito. Il mio è un processo molto intuitivo».

Lo sport, il primo amore di Will…

«Ho iniziato a giocare a 6 anni e fino a 17 ero nelle giovanili del Verona, poi in Eccellenza a Treviso. All’Università ho smesso, perché tra studio, musica, ragazza e amici, resta poco tempo, e non puoi fare lo sport ad alti livelli. Me ne sono pentito. C’è da dire che mia madre, di Manchester, ha sempre cantato, come papà che mi ha fatto conoscere i cantautori italiani. In casa si parlano 2 lingue. Mamma, poi, ascoltava i Queen e gli Oasis, mentre papà Zucchero, Dalla, De André. Io? Mi colloco nel mezzo guardando al presente».

Un po’ italiano e un po’ anglosassone.
«Sul cibo sono inglese: amo il cibo spazzatura. Cresciuto libero, sono anche un po’ libertino e ho fatto stupidaggini che ho pagato. Sono italiano nel calcio: di fede interista, pazzo per il pallone! L’Italia è il paese più bello al mondo, ma sono grato ai miei parenti inglesi e spero vedranno Sanremo anche senza capire nulla».

L’esordio con “Estate” e il successo immediato.
«Non ho avuto neppure il tempo di riflettere. Il successo è arrivato subito. Se mi ha cambiato? Certo, ma spero di mantenere i miei valori e i miei legami che sono la mia fonte».

Le stupidità di Will?

«Ne ho fatte parecchie indicibili. Ne dico una a proposito della mia ex fidanzata. C’eravamo lasciati per colpa mia e, dopo una festa, alle 5 del mattino, sono partito per andare da lei. Arrivato sotto casa sua mi sono addormentato in auto. Al mattino lei è uscita e mi ha trovato che dormivo. Che figura!».

Il peso della competizione.
«Ho sempre giocato a calcio e il peso lo sento sempre. Ma Sanremo non è solo questo, anche se è una gara con classifica, si inserisce in un percorso mio di crescita. Arrivare ultimo come Tananai che poi ha spaccato? Mi andrebbe bene, perché porta fortuna: ma non so se reagirei come lui».

La serata cover sanremese?
«Sono fiero dell’artista con cui farò il duetto, anche se non posso svelare il nome. La canzone? È una delle preferite dalla mia famiglia. Quindi, potrebbe piacere. Con chi avrei voluto duettare potendo? Con Fabrizio De André, dico l’impossibile!».

Il rapporto con gli altri 5 colleghi di Sanremo Giovani?
«Dopo giorni di grande pressione, siamo rimasti legati e a volte ci sentiamo con Olly che stimavo da prima della gara. Ci siamo anche confrontati».

Quanto conta la voce?

«È importantissima, anche se oggi la particolarità è più apprezzata della bellezza. Io sto studiando come un matto sull’intonazione, provo e riprovo la cover. Sono a livelli di cura maniacale: vado anche in palestra tutti i giorni per essere in perfetta forma».

Dopo il disco partirà Stupido Tour Venti23 tour: 3 maggio a Milano (Magazzini Generali), 4 maggio a Padova (Hall) e 11 maggio a Roma (Orion).
«Sì. Con il Presente tour ho capito l’importanza della vera musica: vedere gente che canta e non pensare ai numeri delle vendite, ma immergersi nella dimensione live non ha prezzo. E abbiamo preparato uno spettacolo tra vecchi pezzi e novità. Ma ci penserò dopo il Festival, per tornare ad emozionarmi ancora con i ragazzi della band: perché nei live mi sento artista veramente».

19 Gennaio 2023
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