Benedetto XVI e la passione per i gatti in Vaticano

Benedetto XVI, morto oggi,  aveva una passione per i gatti.  Fin da bambino Joseph Ratzinger ha avuto una particolare predilezione per i gatti, che ha coltivato anche durante i lunghi anni da arcivescovo e poi da cardinale.

Fino al momento in cui venne eletto Papa visse con due gatti all’interno del suo appartamento in Vaticano come prefetto della Congregazione della dottrina della fede. Due amici felini che dovette necessariamente abbandonare nel momento in cui gli venne affidata la carica di Sommo Pontefice.

Per una ragione molto semplice: gli animali non sono ammessi nella residenza papale. E a quanto pare nemmeno il Papa può cambiare questa regola (anche se viene da chiedersi chi potrebbe mai andare a redarguirlo).

Benedetto XVI e la passione per i gatti

Nel libro “Mio fratello il papa” il fratello di Benedetto XVI, Georg Ratzinger, racconta che fin da quando Joseph era un semplice sacerdote. E svolgeva il ruolo di professore di teologia nel 1968 in Germania egli aveva una particolare simpatia per il gatto di un vicino.  Si trattava di un soriano di nome Chico.

Le visite a Borgo Pio

Nel 2005 per esempio il cardinale Tarcisio Bertone raccontò ai giornalisti che nelle passeggiate pomeridiane a Borgo Pio, il quartiere in cui entrambi all’epoca vivevano, a ridosso delle Mura Vaticane, Ratzinger si fermava spesso ad accarezzare i gatti che incontrava per strada.

Nel settembre 2010 ci fu un fatto curioso. Durante il viaggio apostolico nel Regno Unito, Benedetto XVI, già notoriamente amante dei gatti, mentre era in visita all’Oratorio di Birmingham fu attirato dall’insistente miagolio di un micio. Il gattino era portato in braccio da uno degli Oratoriani presenti.

Le cronache del viaggio papale raccontano che il pontefice volle accarezzare quel gattino. Si chiamava Pushkin, ed era agghindato di un nastro color giallo e bianco vaticano. Le foto dell’incontro tra il Papa e il gatto fecero il giro di tv e tabloid.