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5:27 pm, 15 Novembre 22 calendario

Balza il tasso dei nuovi mutui, ad ottobre è salito al 2,73%

Di: Redazione Metronews
Balza il tasso
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Balza il tasso dei nuovi mutui dopo gli aumenti del costo del denaro decisi dalla Bce. Il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni, segnala il Bollettino mensile dell’Abi, è salito a ottobre al 2,73% dal 2,26% di settembre, al top da agosto 2015, quando si attestava al 2,82%.

Il tasso dei mutui si impenna

Il tasso medio sul totale dei prestiti è risultato pari al 2,78%, contro il 2,47% del mese precedente, livello che non veniva toccato da agosto 2017. Il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese, infine, si è collocato al 2,55%, contro il 2,00% di settembre, come non accadeva da dicembre 2014. L’Abi segnala che comunque, «nonostante i rialzi dei tassi della Bce, i tassi sui prestiti continuano a rimanere particolarmente bassi». Inoltre, «non hanno incorporato gli aumenti della Bce, che si è mossa con +0,75 a settembre e ha annunciato a ottobre un ulteriore aumento di 75 punti base a novembre, per un punto e mezzo totale di incremento dei tassi».

Bce: rischio insolvenza per le famiglie

«Dall’inizio del 2022, le famiglie dell’area dell’euro hanno registrato il più grande aumento dei prezzi al consumo degli ultimi decenni e il primo aumento dei tassi di interesse da oltre dieci anni. Per alcune famiglie, soprattutto per quelle a basso reddito, questi shock potrebbero portare a difficoltà finanziarie, tra cui l’insolvenza del debito». Lo scrive la Bce nello studio «Disuguaglianza delle famiglie e rischi per la stabilità finanziaria: esplorare l’impatto delle variazioni dei prezzi al consumo e dei tassi di interesse», appena pubblicato.

Il rischio è più pronunciato nel 20% delle famiglie più povere dell’area euro ma secondo lo studio dell’Eurotower, «un sostegno politico volto a smorzare l’impatto degli shock potrebbe contribuire a mitigare questo rischio».  Gli esperti dell’Eurotower spiegano che mentre in molti Paesi l’elevata percentuale di mutui a tasso fisso mette le famiglie al riparo dall’impatto immediato dell’aumento dei tassi ipotecari, alcuni Paesi hanno ancora una prevalenza di mutui a tasso variabile, rendendo le famiglie più vulnerabili alle recenti variazioni dei tassi ipotecari.
In estrema sintesi, più basso è il reddito, più alta è la probabilità che la mancanza di liquidità derivante da variazioni dei prezzi e dei tassi di interesse «si traduca in un’insolvenza del debito».

La famiglia media a basso reddito dell’eurozona, si legge nello studio, spende gran parte del proprio reddito in beni di prima necessità e in abitazioni. La famiglia media a medio reddito nell’area dell’euro spende circa il 34% del suo reddito lordo per i beni essenziali – cibo, energia e abitazione – lasciando spazio ai risparmi o all’acquisto di beni di consumo durevoli come le automobili. Al contrario, la famiglia media nella fascia con il reddito più basso spende circa il 70% per i bisogni primari. Pertanto, un aumento del 10% del costo della vita non compensato dalla crescita del reddito «si tradurrebbe in una riduzione della capacità di spesa di poco superiore al 20% per le famiglie a reddito più basso, contro il 5% circa per le famiglie a reddito medio. L’effetto sproporzionato sulle famiglie a basso reddito potrebbe, a sua volta, limitare considerevolmente la loro capacità di resistere agli shock».

15 Novembre 2022
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