Dimessa la studentessa violentata sabato sera al Borsellino
E’ stata dimessa giovedì mattina dall’ospedale Molinette di Torino la studentessa di 23 anni che sabato sera era stata aggredita e violentata nella residenza universitaria Paolo Borsellino. Mentre la polizia sta procedendo nelle indagini a caccia dell’uomo di colore descritto dalla vittima, oggi dell’episodio ha parlato anche la ministra dell’istruzione e della ricerca Anna Maria Bernini. «Siamo tutti profondamente colpiti, toccati e dispiaciuti per quel che è successo alla residenza Borsellino – ha dichiarato la ministra – Però non vorrei che la tristezza e la gravità assoluta di questo evento, su cui è aperta un’indagine e di cui attendiamo l’esito, potesse in qualche modo far dimenticare l’eccellenza dell’Università torinese e piemontese». Bernini oggi ha incontrato il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, il sindaco di Torino Stefano Lo Russo e i rettori degli atenei piemontesi. A chi le chiedeva come si possa garantire più sicurezza alle strutture universitarie, la ministra Bernini ha spiegato: «Bisogna fare un bilanciamento tra le diverse esigenze. Se mettessimo vigilantes davanti alle palazzine, alcuni studenti direbbero che si stanno militarizzando le residenze. E’ chiaro che nei luoghi di formazione bisogna sentirsi liberi e protetti, sarei felice di poter garantire io personalmente la loro sicurezza, è evidente che non lo posso fare». «Certamente possono aumentare i livelli di controllo – ha proseguito -però attenzione, perchè l’aumento dei livelli di controllo priva gli utenti della struttura di una parte delle loro libertà e credo che questo non sia compatibile con i loro desiderata». «E’ evidente che le mura di una residenza dovrebbero essere come le mura di casa – ha concluso – ed è altrettanto evidente che con l’aumentare dell’insicurezza sociale questo diventa sempre più difficile».
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