Donizetti Opera 2022
8:01 am, 18 Ottobre 22 calendario
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Il Donizetti Opera 2022 sfida i venti di guerra

Di: Sergio Rizza
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Il Donizetti Opera festival è alla vigilia del “via!”. E prova a essere, guardando al futuro, più forte della guerra. Dopo esserlo stato della pandemia di Covid (nella foto in alto, i giovani allievi di canto della Bottega Donizetti con i maestri Alessandro Corbelli, primo a destra, e Alex Esposito, secondo da sinistra).

Donizetti Opera dal 18 novembre al 4 dicembre

Il festival bergamasco dedicato a Gaetano Donizetti, giunto all’ottava edizione della sua nuova vita, si svolgerà dal 18 novembre al 4 dicembre prossimi, fra il Teatro Donizetti di città bassa, splendidamente ristrutturato, e la deliziosa bomboniera del Teatro Sociale di città alta. Tre i titoli: due “classici”, La favorite e L’aio nell’imbarazzo, e una riscoperta, Chiara e Serafina, ossia “Il pirata”, con cui Donizetti debuttò alla Scala (con un fiasco) nel 1822.

Il direttore artistico Francesco Micheli.

L’apertura ai giovani e alla comunità cittadina

Tutt’intorno, il consueto, ricco corredo di iniziative che in questi anni hanno intimamente legato il cartellone festivaliero alla comunità cittadina: a cominciare dai più giovani, la “anteprime” aperte agli under 30, il progetto Opera Wow per gli studenti delle superiori, la novità DO Opera Family in tutti i sabati della manifestazione, e perfino il progetto Mixopera vol. 2, rielaborazione e ricreazione elettronica delle musiche del genio di casa. «Il giovane bergamasco che conquista il mondo con le sue storie di ragazzi e di ragazze», dice il direttore artistico Francesco Micheli riferendosi ai soggetti delle opere in cartellone, intrise di problemi giovanili (dell’epoca, ma anche eterni), «non può non essere conosciuto dai giovani bergamaschi d’oggi».

Giorgio Berta, presidente della Fondazione Donizetti.

Dopo la pandemia, gli effetti della guerra. Il 2023 di Bergamo e Brescia

Ma si guarda già al domani. E non è un modo di dire. Nella conferenza stampa di presentazione, Giorgio Berta, presidente della Fondazione Donizetti, non nasconde la difficoltà con cui i progetti ambiziosi di crescita potranno misurarsi con la realtà: «La Fondazione, oltre che di opera, si occupa di prosa, e abbiamo ristrutturato il teatro. Abbiamo 30 dipendenti diretti e nessun debito. Superata la pandemia, ci ritroviamo ora a che fare con gli effetti della guerra». Il problema è presto detto: «Siamo fortunati, perché il Comune ci sostiene. E abbiamo i nostri main sponsor come Intesa, Allianz, Uniacque, e altri si aggiungono, come Claypaky (nuovo sponsor tecnico). Fino ad oggi abbiamo potuto contare sul supporto dei parlamentari bergamaschi che ci hanno fatto avere risorse. Ma come andrà la legge di bilancio di quest’anno, francamente non lo so. So che sarà difficile». Per il 2022/2024, continua Berta, «ho fatto pressioni sugli imprenditori locali, raggranellando 2 milioni, una cifra importantissima». Una cifra, però, che potrebbe rivelarsi insufficiente, per i progetti in vista dell’anno prossimo, come il sindaco Giorgio Gori aveva anticipato a Metro: «Nel 2023 avremo addosso gli occhi di tutti: Bergamo, con Brescia, sarà capitale della cultura. Dovremo fare uno sforzo produttivo particolare, non solo per la lirica, ma per la prosa. E avremo un bisogno di risorse superiore al normale. Ci siamo mossi per tempo, battiamo cassa presso le imprese, con ottimi risultati, dicevo, ma il budget non è ancora coperto, anche se abbiamo ancora tre mesi. Sulla prossima legge di bilancio preferiamo non contare». Alcuni contributi arriveranno dal comitato di Brescia e Bergamo, ma c’è incertezza. E nel 2024, il “livello produttivo” continuerà ad essere alto, non scemerà.

Nadia Ghisalberti, assessora alla Cultura del Comune di Bergamo.

L’assessora Ghisalberti sollecita il Parlamento

Nadia Ghisalberti, assessora alla Cultura del Comune di Bergamo, sottoscrive e aggiunge: «Nel 2023, la Fondazione Donizetti avrà progetti di altissimo livello, e avrà risorse dal comitato celebrativo. Il punto, però, è che il Donizetti Opera non è fra i festival sovvenzionati dalla legge, la cui riforma si è interrotta con la caduta del governo Draghi. Spero che i nuovi parlamentari bergamaschi, anche se oggi sono meno che nella scorsa legislatura, chiedano e ottengano un finanziamento ad hoc nella legge di bilancio. Perché il DO se lo merita».

18 Ottobre 2022
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