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10:00 pm, 4 Ottobre 22 calendario
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La vita è una danza secondo Klapisch, al cinema

Di: Redazione Metronews
La vita è una danza
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La vita è una danza secondo il regista Cedric Klapisch, nelle sale dal 6 ottobre con il suo nuovo film.

Se si vuole raccontare senza falsità una vita o la vita in generale, non si può che farlo attraverso storie di cadute e rinascite, di errori e vittorie. Ma se poi si vuol raccontare come una rinascita può significare non solo sollevarsi leccandosi le ferite ma anche elevarsi al di sopra di ciò che eravamo, appena un po’ ma quel po’ che fa la differenza, che stimola il desiderio, allora occorre cercare una chiave. E la chiave è la danza per Cedric Klapisch. Per il regista di “Ognuno cerca il suo gatto” la danza può raccontare tutto questo.

La vita è una danza con Marion Barbeau

La battaglia di ogni vita attraverso la battaglia di una ballerina che sembra perdere tutto (compagno, lavoro) ma sa ritrovare molto altro, mostrando e dimostrando che una rivincita è sempre possibile. Senza leziose banalità ma correndo e zigzagando su sentieri di polvere. Da vedere “La vita è una danza”, dal 6 ottobre in sala, protagonista la prima ballerina dell’Opèra di Parigi, Marion Barbeau (la colonna sonora di Hofesh Shechter), per andare ben oltre il solito racconto della danza come sofferenza e determinazione. Perché, come dice Klapisch, “è vero che i ballerini sottopongono il corpo a un duro lavoro ma proprio come gli atleti. Non nego i sacrifici che si devono affrontare. Ma non dobbiamo dimenticare la gioia che, per me, viene prima di ogni altra cosa. Preferisco concentrarmi sulla passione piuttosto che sul sacrificio. La danza è soprattutto uno dei grandi piaceri della vita e ho voluto attraverso la danza rimandare allo spettatore un’idea di rinascita incentrata sul concetto che dobbiamo tendere verso la positività, indipendentemente dallo sforzo necessario per ottenerla. In questo senso è un film sulla vita. Ma erano anche 20 anni che volevo fare un film sulla danza”.

Ma da dove parte il film di Klapisch?

«Ho iniziato a lavorare alla sceneggiatura da solo. Il lockdown – spiega il regista – era terminato, ma i teatri erano ancora chiusi. Sapevo di dover scrivere molto velocemente per approfittare di questo momento terribile, ma in cui i ballerini e i teatri erano tutti molto disponibili. Dopo due mesi, la storia che avevo iniziato a sviluppare era diventata troppo complessa, troppo pesante. Ho finito per creare disordine nella mia storia ed è stato allora che ho chiesto a Santiago Amigorena di unirsi a me. Il suo contributo è stato inestimabile. Son riuscito in ciò che volevo: partire da quel che sapevo sulla danza, sui ballerini e sul dietro le quinte ma per creare cinema. Volevo che il film avesse un aspetto molto visivo e che fosse un grande spettacolo.Non volevo essere limitato dalla sola narrazione». Appunto quando la vita è una danza!

4 Ottobre 2022
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