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4:39 pm, 19 Maggio 22 calendario

Fmi: «Italia resiliente ma la crescita rallenterà»

Di: Redazione Metronews
Italia resiliente
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L’Italia è resiliente, ma sempre a rischio e la crescita rallenterà. «Dopo l’impressionante ripresa dallo shock pandemico, l’economia italiana si trova ora ad affrontare i venti contrari della guerra in Ucraina e dell’aumento dell’inflazione» e «nonostante i segnali di resilienza, la crescita dovrebbe rallentare, con rischi al ribasso». Lo scrive il Fondo Monetario Internazionale nel rapporto periodico sul nostro Paese osservando come «un aggiustamento basato sulla spesa potrebbe portare a un miglioramento significativo ma graduale del saldo di bilancio e del debito pubblico». Il Fondo – che martedì scorso ha concluso la missione annuale in Italia nell’ambito dell’ordinaria attività di sorveglianza bilaterale prevista dall’Articolo IV dello Statuto del FMI – segnala che «le banche hanno resistito bene alla crisi pandemica», ma per loro serve ancora «un approccio cauto» per quanto riguarda il capitale. «La realizzazione degli investimenti e delle riforme del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza può sostenere la produttività e la crescita potenziale e accelerare la transizione verde», si sottolinea nel documento.

«Italia resiliente, ma non basta»

Secondo il rapporto Fmi la crescita annua per l’Italia è stimata attestarsi su livelli più moderati, circa il 2,5% nel 2022 e l’1,75% nel 2023. L’inflazione media annua è attesa raggiungere un picco del 5,5% quest’anno. Nel medio termine, si prevede che la crescita si stabilizzerà poco sopra l’1%, grazie alla continua spesa relativa al Pnrr e alla moderazione dei prezzi delle materie prime. In Italia è necessaria «una strategia credibile su due fronti per ridurre significativamente, seppur gradualmente» il deficit e il debito pubblico, ha ricordato Fmi. «Per aumentare la produttività e la crescita del Pil sono necessarie riforme strutturali globali, compreso un ampliamento a gettito invariato della base imponibile per rendere il sistema fiscale più equo». Il Fondo auspica un «aggiustamento fiscale che dovrebbe iniziare già nel 2023». L’Italia deve «continuare a migliorare la definizione delle politiche per ridurre i rischi di scostamenti di bilancio e sostenere la riduzione del debito».

Attenzione a Reddito e Superbonus

Fmi punta poi il dito su due misure del nostro Paese. Nel caso del Reddito di cittadinanza «il recente rafforzamento dei requisiti di accettazione del lavoro e dei collegamenti sono un passo positivo, ma per evitare che disincentivi al lavoro, l’uscita da queste prestazioni in risposta al reddito da lavoro dovrebbe essere graduale, mentre il livello delle prestazioni è elevato rispetto al costo della vita in alcune parti del paese». Ad esempio nel Meridione. Quanto al Superbonus al 110% rafforzare i controlli esistenti «limiterebbe i rischi di superamento delle spese che potrebbero verificarsi a causa della domanda molto elevata», afferma il fondo. Invece sulla tassa sugli extra profitti «per evitare distorsioni involontarie, l’imposta sugli utili inattesi delle società energetiche dovrebbe basarsi sull’intera gamma di elementi che determinano i loro profitti».

Pnrr occasione fondamentale

L’Fmi, infine, mette in guardia l’Italia sulle difficoltà nel realizzare gli investimenti e le riforme del Pnrr che «rallenterebbero la crescita e l’aumento della produttività e ritarderebbero il finanziamento dell’Ue». Per gli esperti dell’istituto di Washington, la realizzazione del Pnrr «sosterrebbe la produttività e la crescita potenziale e accelererebbe la transizione verde». Per questo motivo, sottolinea l’Fmi «la completa e tempestiva attuazione è fondamentale per aumentare la produttività e stimolare la crescita potenziale. Portare a termine le riforme e gli investimenti ridurrebbe le possibili conseguenze della crisi energetica, sosterrebbe la transizione verde e migliorerebbe la capacità dell’economia di adattarsi alle variazioni dei prezzi relativi». E quindi conclude: «Il completamento delle riforme in corso è fondamentale per migliorare la qualità delle infrastrutture pubbliche e l’efficienza nell’utilizzo delle risorse».

19 Maggio 2022
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