3:05 pm, 11 Marzo 22 calendario

Tracce dal Sud, l’anima del Sud America

Di: Redazione Metronews
Tracce dal Sud
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Qualcuno disse che si può viaggiare anche restando a casa. Io credo che questo sia vero, in qualche misura. Tanto che uno di questi viaggi lo si può sicuramente fare leggendo “Tracce dal Sud”, il nuovo libro di Rocco Sur D’Alessandro, scrittore, e Giulia Magnaguagno, fotografa, (ideatori del blog Vitamina Project, divenuto un vero e proprio brand di riferimento per gli appassionati del settore). 

D’Alessandro e Magnaguagno sono due grandi viaggiatori, rimbalzati praticamente in ogni angolo del pianeta restando sempre fedeli alla loro idea di viaggio. Che è decisamente molto più vicina a quella “on the road” ed intima di Bruce Chatwin che alle pieghe commerciali del turismo organizzato. Questa che hanno scritto non è una guida insomma, ma proprio un viaggio. Pagine e pagine tenute insieme da un cordame fittissimo di storie, aneddoti, fatti e personaggi curiosi  incontrate lungo la via, una galleria un pò Garcia Marquez e un pò Isabelle Allende, per capirci.  

Tracce dal Sud, l’anima del Sud America

Chi scrive ha incontrato Rocco e Giulia la prima volta alla vigilia dell’esperienza straordinaria da cui è tratto questo libro. Ci siamo seduti ai tavolini di un bar di via Merulana, a Roma, una mattina di fine estate 2014 ed il progetto -se non ricordo male- era stato appena abbozzato. Con la serafica tranquillità di chi sorseggia il cappuccino mi dissero una cosa che rischiò di mandarmi per traverso la colazione: «Da Buenos Aires risaliremo il Sud America fino a Los Angeles, senza prendere aerei». E lo hanno fatto davvero. Viaggiando in autobus, in treno e in mille altri modi (vi invito a leggere la parte relativa ai “chicken bus” in Honduras), sottraendo al viaggio la superficialità di chi passa sopra le cose in aereo ed aggiungendo invece a piene mani la curiosità, il tempo per scoprire, conoscere e riempirsi gli occhi del Sud. «In fondo eravamo sognatori, più che studiosi», hanno scritto nel libro. Questo è sicuramente vero.
Due sognatori che hanno attraversato 33 Paesi, percorrendo 13mila chilometri. 

Tracce dal Sud
Ph. Giulia Magnaguagno

Farsi cullare da queste 262 pagine

Sono sincero. È bello farsi cullare da queste 262 pagine che ti mettono uno zaino in spalla e ti portano dall’isola di Ometepe, una terra che cuce sulla superficie del mare la bordura di due vulcani, fino alle ventose coste dell’ Uruguay. E poi ancora dalle coste di sabbia finissima e bianca alla frontiera brasiliana fino al cuore di posti che poi ti aspetti sempre di trovarti nella Macondo di Gabriel Garcia Marquez.
Pagine che traboccano di vita e personaggi da romanzo. Che quasi lasciano traspirare l’umidità amazzonica o il calore di certi posti dove colora il respiro, tra vecchi hippies e alloggi per la notte da trovare all’ultimo minuto, tra la salsedine di luoghi gonfi di luce, tra vecchi fari e quella formidabile carrellata di aneddoti che unisce i posti come un il filo di una collana tiene le perle (faccio uno spoiler: ingresso in Brasile in piena notte su una vecchia Wolksfagen-Westfalia). 

Tracce dal Sud
Ph. Rocco Sur d’Alessandro (nella foto: Giulia Magnaguagno)

Un incredibile filare di storie

Il filare di storie che tiene insieme questo libro è più fitto dell’Amazzonia. I personaggi che incontriamo sono tanti e variegati. Per ragioni che non so spiegare (ma che credo dovute ad una certa curiosità mai appagata) io mi sono “trattenuto” a lungo in Brasile. Immaginandomi con loro a Belem do Parà, nella stanza affittata in casa della signora Idielza, un b&b dove c’era un solo altro ospite, Edwin, boliviano di Santa Cruz («alto, distinto, con due occhiaie evidenti, e una macchina fotografica al collo»).
O nella Serra Gaucha, con gli italiani di terza generazione che ancora parlano il “taliàn”, un misto di dialetti del nord Italia che cerca di resistere all’erosione del tempo. Sembra il Polesine, invece siamo a Nuova Padua, dove tra le tante persone incontrate è Olinda a catturare la loro attenzione. Ha 92 anni ed è una “strega” (buona) che fa creme miracolose e soprattutto un formaggio buonissimo. Si avverte tutto il fascino decadente del Sud nell’immaginare questa donna rugosa e forte.
Come, del resto, nel ricordo dello scrittore Emilio Bomfin, che un giorno raggiunse l’immortalità artistica dandosi fuoco mentre inneggiava allo spirito di Antonio Das  e di altri eroi del sertão. E la signora della posada in cui dormivano a Cachoeira, una pittrice argentina «un po’ eccentrica»?
La verità è che da questo grande diario di bordo traspare anche la facilità con cui gli autori entrano in empatia con le persone di ogni dove.  E questo accade perchè loro sono curiosi e realmente interessati alle persone e a quello che hanno da dire: per questo, credo, cadono tutte le barriere. 

Tracce dal Sud
Ph. Giulia Magnaguagno

 

L’incontro con Marco (abruzzese come Rocco D’Alessandro) a Ciudad del Guatemala, o con la mamma di Giulia in Colombia, il ritrovarsi in un hotel «senz’ acqua e molte altre cose» di Santa Rosa di Copan, in Honduras, i chicken bus guatemaltechi, lo sciamano, le colonie indigene abitate dai discendenti dei Maya Tz’utujil, la Colombia, Panama: è un viaggio lunghissimo da fare, quello con i due autori.

 

Lo puoi leggere da seduto e viaggiare con Rocco e Giulia, il loro libro. Il problema è che poi finisci con il chiederti sempre che senso ha, starsene lì seduti, se puoi viaggiare con uno zaino sulla spalla e tutto il mondo da esplorare. Almeno questo è successo a me. Perchè viaggiare è vita, la curiosità una stella polare ed il Sud è un continente che in qualche modo vive dentro di noi e va scoperto: e suppongo che sia proprio questo, alla fine, il senso di “Tracce dal Sud”.

A.B.

Tracce dal Sud
Rocco Sur D’Alessandro e Giulia Magnaguagno
11 Marzo 2022
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