Agli Arcimboldi una Carmen tra Bizet e Merimée
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DANZA La figura di Carmen è ormai diventata un mito. Quello di una donna che «libera è nata, e libera morirà» come scrivono Henri Meilhac e Ludovic Halévy nel libretto dell’opera di Georges Bizet tratto dal racconto di Prosper Merimée. Un mito del femminile che incarna nell’immaginario collettivo la seduzione dell’amore passionale, l’alterità rispetto a norme sociali regolate da leggi a lei sconosciute. Lei, una zingara che ammalia con il suo fascino, le sue carte, le sue immancabili calze smagliate e le sue danze.
La prima della Carmen di Bizet nel 1875
Tanto diversa dalle figure femminili del panorama operistico che , alla sua prima nel 1875 all’Operà Comique di Parigi non riscosse il plauso del pubblico: portare in scena una donna così sguaiatamente sensuale e non “culturalizzata” fu uno scandalo. L’opera di Bizet – che morì tre mesi dopo la sua prima rappresentazione – era già molto diversa dal romanzo scritto da Merimée.
Carmen nella novella di Merimée
Nella novella pubblicata nel 1845 dallo scrittore, storico e archeologo francese, infatti, non esistono né il personaggio di Escamillo, il torero che porterà con sé Carmen, lontano da Don Josè, né quello di Micaela, la fidanzatina tutta casa e chiesa del soldato. Lo stesso carattere di Josè nella novella di Merimée è totalmente diverso da quello descritto nella versione operistica: se nel libretto per le musiche di Bizet il soldato è un uomo “puro” che si lascia ammaliare dalla “strega” Carmen, nella novella è descritto come un bandito rozzo e brutale che viene allontanato dal suo paese dopo aver ucciso un uomo.
Mercoledì 3 novembre al Teatro degli Arcimboldi, sarà di scena la Carmen di Merimée con il Balletto di Milano e la musica dal vivo eseguita dall’Orchestra Filarmonica Italiana diretta dal maestro Gianmario Cavallaro.
Il Balletto di Milano tra Merimée e Bizet
Questa Carmen è ispirata alla novella di Mérimée, ma attinge anche all’omonima opera di Bizet. Il “Destino” assume un ruolo determinante, conducendo la vicenda e svelandosi man mano attraverso i simboli delle carte: amore, tradimento, morte. È sempre accanto alla gitana fino a svelarle la Morte imminente in un avvincente faccia faccia sulle note dell’Habanera. Il celebre brano in cui Carmen appariva spavalda e seducente, la vede ora affrontare colui che presto la porterà con sé.
Il balletto è ricco di coreografie coinvolgenti, dagli appassionati pas de deux, alle vivaci danze d’assieme di gitani, soldati e sigaraie che impegnano l’ensamble in un clima d’energia e passione, sottolineato dalle musiche dell’opera di Bizet.
Debutta nel title-rôle la giovane Arianna Capodicasa, mentre Alessandro Torrielli impersona il Destino. Don Josè, il torero Escamillo e Micaela, rispettivamente Alessandro Orlando, Federico Mella e Marta Orsi, sono gli altri interpreti principali. Le coreografie sono di Agnese Omodei Salè e Federico Veratti.
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PATRIZIA PERTUSO
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