3:01 pm, 25 Ottobre 21 calendario

Terza dose di vaccino per tutti, ipotesi probabile secondo l’Iss

Di: Redazione Metronews
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«La terza dose di vaccino anti-Covid per tutta la popolazione è uno scenario verosimile». Lo dice il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro. Intanto l’indice di contagio Rt ha superato 1: lo indicano i valori del Covindex, il parametro sovrapponibile all’indice Rt e aggiornato sulla base del rapporto fra nuovi casi positivi e tamponi, calcolato dai ricercatori che fanno capo al sito CovidTrends.  «Cosa succederà questo inverno con il Covid dipende da diversi fattori ma in particolar modo dalla copertura vaccinale: per tenere sotto controllo il virus, con un R0 che si assesta tra 5-6, dobbiamo raggiungere probabilmente la soglia del 90%» ha  affermato Gianni Rezza, direttore della Prevenzione del ministero della Salute.  Per Rezza in Italia la situazione è molto buona «ma non ottimale perché abbiamo ancora alcuni casi e tra 30-40 morti al giorno. Siamo tra i Paesi con l’incidenza più bassa in Europa e nel mondo, grazie alla campagna di vaccinazione e all’uso della mascherina al chiuso”.

Tasso di positività in risalita

I nuovi casi nelle ultime 24 ore sono 2.535, con un tasso di positività che sale all’1,1% (+0,2%). In aumento i decessi, 30 per un totale di 131.856 vittime dall’inizio dell’epidemia.
Le terapie intensive sono in calo di 3 unità (ieri +3) e sono 338 con 16 ingressi del giorno, mentre sono in crescita i ricoveri ordinari, in rialzo da alcuni giorni: sono 106 in più (ieri +18) e 2.579 in tutto. E’ quanto emerge dal bollettino quotidiano del ministero della Salute.

Dubbi su terza dose agli under 18

Se la terza dose di vaccino anti-Covid verrà estesa a tutti, «in questo momento sarebbe importante che la facessero anche i giovani sotto i 18 anni per avere una riduzione nella quota dei suscettibili». Lo ha detto  il virologo Fabrizio Pregliasco, docente dell’università Statale di Milano. «Probabilmente in futuro non sarà necessario – precisa – ma ora sì, visto che la variante Delta coinvolge anche i giovani, anche con qualche cattiveria in più rispetto al virus originale perché – ricorda il medico – l’1% di loro va in ospedale. Ne abbiamo già avuti 340 sotto i 18 anni in terapia intensiva e 32 sono deceduti. Poi hanno anche loro il Long Covid che è tutto da scoprire».

Di opinione diversa Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova: «Sulla necessità di una terza dose di vaccino anti-Covid per i più giovani direi di aspettare: facciamo rapidamente gli anziani, i fragili, gli insegnanti, gli operatori santari, dove evidentemente è meglio avere una copertura più alta. I giovani tra 12 e i 20 anni potranno fare la terza dose tra un anno, in primavera-estate 2022. Al momento non mi sento di dire che i ragazzi debbano fare la terza dose, aspettiamo. Per loro due dosi sono sufficienti per un anno». Bassetti aggiunge che  «avere la vaccinazione per bambini tra 5 e 11 anni vorrebbe dire proteggere tutta la fascia di studenti che frequenta le scuole, dalle elementari alle medie. Le società scientifiche di pediatri e infettivologi si sono già espresse, e hanno detto che è bene che i bambini si vaccinano. Se un genitore non vuole vaccinare il figlio, secondo me sbaglia».

Nuova variante Delta: 93 casi in Italia

Al 21 ottobre sono 93 i casi della nuova sottovariante Delta registrati in Italia, già osservata speciale in Gran Bretagna. A mostrarli è stato oggi Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), durante il suo intervento al convegno nazionale della Fondazione Ssp (Scuola di sanità pubblica)  organizzato a Venezia alla Scuola Grande San Giovanni Evangelista.

STRETTA IN CINA, LOCKDOWN AL NORD 

Lockdown per non vaccinati in Alto Adige

L’Alto Adige potrebbe applicare il metodo austriaco introducendo il lockdown per le persone non vaccinate. In Austria la misura verrebbe introdotta solo se i posti letto in terapia intensiva supereranno il 30% della capienza totale, ovvero 600 ricoverati. A contemplare la misura restrittiva anche in provincia di Bolzano è l’assessore alla sanità altoatesino Thomas Widmann (Svp) che, riferendosi a quando previsto in Austria, ha detto, «si potrebbe pensare ad un’operazione del genere anche da noi». Il bollettino dell’azienda sanitaria odierno indica un aumento dei ricoveri, sette complessi, sei in più nei normali reparti per un totale di 44, e uno in più in terapia intensiva per un totale di 6. Il 30% della disponibilità in terapia intensiva in Alto Adige si raggiungerebbe tra i 30 e i 35 posti occupati, valore che in passato è stato superato nelle fasi più critiche della pandemia. «Non possiamo rischiare una nuova crisi pandemica per chi non si vaccina, i numeri parlano chiaro, chi finisce in ospedale è sempre un non vaccinato», ha aggiunto Widmann.

I farmaci monoclonali all’esame dell’Ema.

Dopo l’americana Fda, anche l’Agenzia europea dei medicinali (Ema) ha avviato la revisione in tempo reale dei dati sul farmaco antivirale orale molnupiravir sviluppato da Merck Sharp & Dohme, in collaborazione con Ridgeback Biotherapeutics per il trattamento di Covid‑19 negli adulti. Secondo i primi risultati delle sperimentazioni il farmaco può prevenire il ricovero o la morte nei pazienti.  Se sarà concessa l’autorizzazione all’immissione in commercio dalla Commissione europea, affermano le aziende, Molnupiravir potrebbe essere la prima pillola antivirale per il trattamento del COVID-19 nell’Unione europea.

Seconda dose per Johnson&Johnson

Per i vaccinati con Johnson&Johnson l’agenzia regolatoria del farmaco Usa Fda ha suggerito di fare la seconda dose. Ora è da vedere se fare l’eterologa con un vaccino a mRna, che potrebbe aumentare l’efficacia della protezione, o l’omologa. Ma non creiamo agitazione». Lo dice il virologo Fabrizio Pregliasco, docente dell’Università Statale di Milano, intervenendo nel dibattito sull’esigenza di una dose booster a chi ha fatto il vaccino anti-Covid monodose di Janssen. «Quel milione e mezzo di persone che si è vaccinato con J&J – chiarisce l’esperto – deve considerarsi protetto, con una protezione magari un pò inferiore, almeno questo sembra dai dati ad oggi, però insomma non c’è da allarmarsi. Per loro immaginiamo l’esigenza del richiamo», con modalità ancora da definire.

25 Ottobre 2021
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