Lodi, 15 a giudizio per il deragliamento: trascurata sicurezza
La società Rete Ferroviaria Italiana non verificò in modo adeguato i sistemi di sicurezza a causa del cui cattivo funzionamento si sarebbe verificato il deragliamento del Frecciarossa 9595 Milano-Salerno alle 5.30 del 6 febbraio 2020, all’altezza di Livraga. Un incidente costato la vita ai due macchinisti Mario Dicuonzo e Giuseppe Cicciù e il ferimento di 31 persone. Lo sostiene la Procura di Lodi nell’avviso di chiusura delle indagini notificato a 15 persone fisiche tra cui Maurizio Gentile, ex amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana e Michele Viale, presidente e ad di Alstom Ferroviaria e alle due società Rfi e Alstom.
Il deragliamento dovuto ad uno scambio difettoso
L’incidente, per l’alto numero di soccorritori e di forze dell’ordine giunte sul posto è stato anche considerato veicolo di diffusione del Covid nella zona dove, pochi giorni dopo, emerse il paziente zero. Secondo la ricostruzione dei pm, la causa del deragliamento sarebbe stata la posizione sbagliata di uno scambio, dovuta a «un difetto di produzione presente all’interno» di una sua componente, l’«attuatore telaio aghi» fornito da Alstom a Rfi. Scambio «interessato poco prima» dell’incidente «da lavori di manutenzione programmata.
Nell’atto di chiusura indagine si parla di condotte omissive e di «negligenza e imperizia» nei controlli e di «violazione delle norme anti-infortunistiche e inerenti la sicurezza della circolazione ferroviaria».
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