Milano
12:02 pm, 17 Aprile 24 calendario

Odio razziale e istigazione alla Shoah, arrestato 29enne a Milano

Di: Redazione Metronews
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Arresti domiciliari per un cittadino italiano 29enne di origini egiziane, Moustafà Khawanda, incensurato, ritenuto responsabile di propaganda e istigazione a delinquere finalizzate all’odio razziale e religioso, aggravate dall’apologia della Shoah.

Nel suo telefono è stato trovato il video dell’attacco del 7 ottobre del 2023, l’operazione alluvione Al-Aqsa di Hamas contro Israele in cui si vedono le vittime del rave.

L’indagine della Digos sul 29enne

L’indagine dei poliziotti della sezione antiterrorismo internazionale della Digos della Questura di Milano e dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione parte dalla segnalazione di un internauta residente nel milanese che, all’indomani dei tragici fatti del 7 ottobre 2023, aveva diffuso online esternazioni di chiara matrice antisemita e apologetiche delle azioni terroristiche di Hamas, dichiarandosi in procinto di intraprendere il jihad e raggiungere il martirio combattendo: oltre alla pubblicazione sul proprio profilo di numerose foto che lo immortalavano in costante allenamento fisico per prepararsi all’impegno bellico, lo stesso aveva effettuato ricerche sul web sui voli disponibili per raggiungere i teatri di guerra mediorientali.

Tramite i social stava creando una rete di sostegno a Hamas

Dall’attività investigativa è emerso che il giovane, oltre ad aver avviato su noti social con numerose persone che gli parevano attestate sulle stesse posizioni radicali e con le quali ha manifestato aperto sostegno alle azioni di Hamas palesando al contempo un odio ossessivo verso lo Stato e il popolo ebraico, ha condotto, tramite i propri profili social, una quotidiana, incessante e sistematica attività di condivisione di contenuti di analogo tenore con differenti e articolate modalità.

Ha pubblicato più volte notizie e materiale di propaganda acquisite su canali tematici – tra cui gli organi mediatici ufficiali dell’ala militare di Hamas e di Hezbollah – traducendole in lingua italiana e talvolta modificandole per renderle maggiormente appetibili.

Secondo quanto scoperto, l’uomo ha rilanciato anche le risposte di approvazione ricevute in privato, condividendole in numerosi e quotidiani post pubblici che fungevano da volano di propaganda per contenuti ed esternazioni di sostegno alle due organizzazioni terroristiche, con il dichiarato obiettivo di invitare i fratelli ad arruolarsi invece di nascondersi.

In un post il 29enne inneggiava alle violenze e uccisioni del 7 ottobre scorso

Il 29enne nel commentare con esternazioni discriminatorie e sessiste la tragica vicenda dello stupro, tortura e uccisione di una ragazza al rave musicale del 7 ottobre 2023, si è schierato pubblicamente in difesa di Hamas.

«Dio benedica i combattenti di Hamas, i guerrieri più coraggiosi del pianeta!», è una delle dichiarazioni che il 29enne ha esternato in più occasioni, sia pubblicamente che in chat private, circa l’intenzione di intraprendere il jihad.

Gli ebrei, scriveva, “giuro che sono da bruciare tutti”, “rivoglio Hitler, forse uno dei migliori leader al mondo”, “hai visto che anche la Germania sta supportando IsraHell? Chi conosciamo bene si starà rivoltando nella tomba adesso”.

Effettuate 4 perquisizioni tra cui quella a una persona vicina a ambienti di estrema destra

Contestualmente sono stati eseguiti quattro decreti di perquisizione locale e personale nei confronti del padre del giovane e di altri tre soggetti per aver sostenuto e incitato le sue esternazioni sui social. Una delle perquisizioni nei confronti di un soggetto già noto alle Autorità italiane per la vicinanza agli ambienti dell’estrema destra milanese, Raul Kirchhoff, è stata effettuata in Svizzera da una pattuglia mista italo-elvetica, in stretta collaborazione con la Procura Federale di Berna.

Chi è l’uomo arrestato

Moustafà Khawanda, l’italo-egiziano 29enne, è finito nel mirino dei controlli dopo l’attacco del 7 ottobre del 2023 quando – indagato per associazioni con finalità di terrorismo – pubblica sul suo profilo Instagram “contenuti antisemiti e apologetici di Hamas”, mostrando una “forte componente ideologica dei messaggi”, “coinvolgimento emotivo” dopo l’operazione alluvione Al-Aqsa “tanto da provocargli insonnie” e da far ritenere attuali, al gip di Milano, Massimo Baraldo, le esigenze cautelari.

Il rapporto via chat tra Khawanda e Kirchhoff, uno dei perquisiti

Nel provvedimento emergono chat dal tenore amichevole con Raul Kirchhoff (tra i quattro perquisiti), in passato ritenuto “contiguo agli ambienti della locale realtà di estrema destra collegata alla Skinhouse di Bollate”.

Dalle conversazioni sembra che i due non si conoscano in modo approfondito, ma trovano un punto di contatto nel sentimento antisionista condiviso da entrambi, definendo gli ebrei “ratif” e “parassitt”, considerati come “il cancro del pianeta” tanto che l’indagato trova l’approvazione del suo interlocutore che gli scrive: “Sembra di leggere il mio pensiero, bravo! Nonostante le nostre diversità i valori ci legano”.

Le citazioni di Hitler e la volontà di unirsi a Hamas del 29enne

In una chat Khawanda condivide un discorso sulla situazione in Palestina di Adolf Hitler, per il quale “mostra una grande ammirazione, e prosegue rimarcando il suo forte desiderio di partire e unirsi al conflitto, abbracciando totalmente la causa palestinese e approvando le azioni di Hamas”.

L’arrestato, che ha sia passaporto italiano che egiziano, nell’agosto del 2022 è andato in Qatar transitando dalla Turchia, e “ha anche fatto ricerche sul web per itinerari con mete che riguardano i teatri di guerra, ripetutamente dichiarando di volersi unire ai combattenti e di praticare una preparazione fisica in vista di un possibile arruolamento”, si legge nell’ordinanza di custodia cautelare.

Il gip: «L’indagato è un cane sciolto»

“E’ improbabile che la forte caratterizzazione ideologica dell’indagato, tanto più con l’accrescersi della crisi in Palestina, possa scemare da un momento all’altro, mentre invece appare probabile che l’indagato cercherà di continuare la propria opera di proselitismo anti- Israele anche in futuro, utilizzando mezzi più sicuri e che lo rendano meno identificabile” aggiunge il gip Baraldo.

Secondo il gip il 29enne sarebbe un “cane sciolto” privo di “collegamenti con un’associazione terroristica” che però ha “fatto ricerche sul web per itinerari con mete che riguardano i teatri di guerra” e “ha ripetutamente dichiarato di volersi unire ai combattenti e di praticare una preparazione fisica in vista di un possibile arruolamento”.

Baraldo scrive ancora che l’uomo con doppio passaporto, italiano e egiziano, avrebbe tenuto nel suo diffondere propaganda e proselitismo pro Hamas e Hezbollah sui social e chat un “comportamento ingenuo” e “non tipico dei soggetti che perseguono seriamente progetti terroristici” e operano in “clandestinità”. Tanto da aver “divulgato le proprie idee anche su piattaforme pubbliche molto diffuse”.

Il 29enne incensurato e difeso dall’avvocato Luca Bauccio ha mantenuto contatti con “più soggetti” ai quali ha “ripetutamente manifestato, non solo l’adesione alla causa palestinese e ad Hamas (dichiarandosi pronto a combattere)” ma “l’odio contro il ‘sionismo’ e in generale contro gli ebrei, augurandosi la distruzione dello Stato di Israele e lo sterminio del suo popolo”.

Il giudice: «Niente carcere, il suo comportamento appare ingenuo»

Niente carcere, però, come richiesto dal pm Alessandro Gobbis. L’indagato, residente in zona Barona a Milano, “è giovane ed incensurato, ha un buon livello di istruzione, avendo lo stesso studiato ottica e trovato un lavoro” e le sbarre sarebbero una misura “eccessiva e non proporzionata” e “favorirebbe unicamente un ulteriore isolamento del soggetto dal contesto sociale”, scrive il giudice.

“Al di là dei contenuti dei messaggi scambiati e postati, il comportamento dell’indagato – prosegue il giudice – appare alquanto ingenuo e sicuramente non tipico dei soggetti che perseguono seriamente progetti terroristici, i quali invece operano nella clandestinità” mentre sui social ha diffuso spesso sue immagini in palestra.

La comunità ebraica milanese: «Viviamo sotto costante minaccia»

“È un doloroso evento, un promemoria della minaccia costante sotto la quale viviamo – commenta il vicepresidente della comunità ebraica milanese Ilan Boni -. È allarmante come certe espressioni di odio, impensabili una volta, oggi siano esternate con una naturalezza disarmante. Anche in Italia viviamo con la preoccupazione che gli attacchi verbali, già di per sé odiosi, possano degenerare in qualcosa di più, in violenza fisica. Ci affidiamo al sostegno continuo delle forze dell’ordine che ci garantiscono che il clima non degeneri e che lavorano per il nostro supporto fisico e morale ogni giorno dell’anno, per questo la nostra riconoscenza verso tutte le istituzioni e le forze dell’ordine è totale».

La solidarietà dell’Anpi: «Vi aspettiamo al corteo del 25 aprile»

L’Anpi Provinciale di Milano esprime «solidarietà e vicinanza» alla Comunità Ebraica milanese «per l’odio razziale e religioso che è stato espresso in rete da un cittadino italo egiziano arrestato dalla polizia – dice il presidente Primo Minelli -. L’antisemitismo è incompatibile con i valori democratici e antifascisti della nostra Costituzione. Vi aspettiamo al corteo del 25 aprile».

17 Aprile 2024
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