Musica
6:00 am, 13 Settembre 21 calendario
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Mannarino: «Metto la donna al centro del mio V»

Di: Orietta Cicchinelli
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MUSICA Mannarino torna e mette la donna al centro. Semplicemente “V” è il titolo del nuovo album del poliedrico cantautore romano Alessandro Mannarino (in uscita il 17 settembre).

Un lavoro all’insegna del viaggio: perché “Vagabunda”, canta Mannarino, è la musica, come la vita.
«Il mio è un viaggio che parte qualche anno fa. Un percorso fatto con i miei dischi alla ricerca di qualcosa di primordiale. Ho iniziato a suonare la chitarra per cercare di alienarmi dalla realtà e creare dei mondi inesistenti».

“V” vola dall’Africa all’Amazzonia, passando per New York fin sopra la Luna…
«Parto dall’Africa che è la culla del genere umano. Già qualche anno fa andavo alla ricerca della sorgente tribale, antica e comune dell’essere, quella più legata all’irrazionalità. Al centro del percorso c’è l’immagine della donna e della natura».

Emozioni targate Mannarino

Come definisce “V”?
«L’ho chiamato così per non definirlo. È un album che mi auguro non venga capito ma sentito. Deve parlare alla pancia, al corpo. E quel ho messo dentro arriverà e mi piacerebbe aprisse degli spazi di libertà. V è un lavoro work in progress. Le canzoni sono tutte collegate tra loro. Al di là dei testi, delle parole, dei significati che ognuno dà alle storie, i suoni sono importanti: esprimono libertà. Non è un disco di plastica, ma di emozioni».

Echi battistiani in “Congo”. Rimandi biblici in “Ballabylonia” e suoni fiabeschi. Canta (Congo) “scappate, sta arrivando il futuro!”. E la “Paura” torna nell’omonimo pezzo che chiude l’album. 
«Sì, il futuro spaventa una fascia della popolazione, benestante che non vuol dividere, chi alza i muri. Io ho solo paura di non essere presente. Non c’è tempo per aver paura. Non dobbiamo aver paura perché siamo più forti di quel che pensiamo. Personalmente con la pandemia ho avuto tempo in più per lavorare al disco».

Mannarino e le donne

Sulla cover di “V” campeggia il volto di una donna guerriera, combattente con un passamontagna colorato.
«Il passamontagna è a metà del viso. Lo sta togliendo o calando? Dipende da chi guarda, perché c’è tutto il discorso sull’identità della donna. Se chi guarda la teme o ne nega l’identità, lei cala il passamontagna e diventa una furia, un mostro. Se chi guarda vuole scoprire la bellezza, la meraviglia di questa creatura, allora lei lo toglie e si rivela in tutta la sua bellezza!».

Un pensiero alle donne afghane.
«Il problema dell’Afghanistan non sono i talebani, ma chi li ha armati. L’America e la Cina. L’Occidente ha armato la loro mano. Se possiamo vivere questa vita così agiata è anche perché sono stati raggiunti accordi internazionali per cui le donne afgane non potranno suonare né mettere jeans né fare sport…».

La donna in Occidente oggi, secondo Mannarino?
«È un momento importantissimo. Negli ultimi ultimi 50 anni è cambiata tantissimo la realtà femminile: siamo passati da una società patriarcale a una società matriarcale. Anche noi uomini dobbiamo ancora abituarci».

13 Settembre 2021 ( modificato il 12 Settembre 2021 | 16:32 )
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