Il Prof e la 16nne «Ma io la amo»
sicurezza Dovrà andare a processo il professore 60enne di un istituto tecnico di Lissone che l’anno scorso fu scoperto avere una relazione con una sua alunna 16enne. Ad “incastrarlo” allora fu una foto scattata a scuola mentre baciava la ragazza. Ieri il tribunale di Monza lo ha rinviato a giudizio con l’accusa di “atti sessuali con minori con l’abuso dei poteri derivanti dalla sua posizione”. Il professore di lettere – che nel frattempo è stato licenziato anche per aver manomesso il registro elettronico per cancellare le tracce dei suoi incontri con la giovane – da una parte nega “di aver avuto rapporti sessuali completi con la ragazza” e che vi si sia stato alcun abuso, dall’altra afferma di essere innamorato dell’ex allieva. Anzi, lui, marito e padre, avrebbe riferito alla famiglia di volere una nuova vita con la giovane. E si dice pronto a dimostrarlo in aula, chiamando a testimoniare anche la moglie.
345 codici rossi
Intanto ieri la Polizia locale Milano ha reso noto il bilancio del Nucleo tutela donne e minori. L’unità nell’ultimo anno ha seguito 345 “codici rossi”, ha arrestato 8 persone, eseguito 21 misure cautelari e 37 collocamenti in strutture protette. Nell’80% dei casi (62% riguardano donne, 38% minori), gli interventi sono stati causati da violenze compiute da persone conosciute dalle vittime. Tra questi, la Polizia ha riferito il caso di una 14enne che durante il lockdown ha mandato una mail spiegando di essere stata violentata da un uomo del quale conosceva solo il nickname su Facebook. Le violenze sarebbero avvenute quando lei era alle elementari. Gli agenti hanno scoperto che era un amico della madre.
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