MONDO DI MEZZO
9:19 pm, 22 Ottobre 19 calendario

“Capitale criminale ma non mafiosa”

Di: Redazione Metronews
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ROMA Non è mafia. I giudici della VI sezione penale della Cassazione hanno deciso che il sodalizio romano guidato dall’ex Nar Massimo Carminati e dall’ex Ras delle cooperative Salvatore Buzzi non era un’associazione mafiosa. La sentenza su “Mafia Capitale”, che non riconosce il 416bis, reato caduto in primo grado ma ammesso in Appello, giunge a cinque anni dall’operazione che con due retate, il 2 dicembre 2014 e il 4 giugno 2015, ha portato all’arresto rispettivamente di 37 e 44 persone.
Associazioni “semplici”
Il verdetto dei giudici della Suprema Corte è arrivato dopo tre giorni di udienze fiume con la requisitoria dei tre sostituti procuratori generali terminata con la richiesta di conferma delle condanne dell’Appello, e le arringhe dei difensori. La Cassazione, invece, come già era avvenuto nel processo di primo grado ha riconosciuto l’esistenza di due distinte associazioni a delinquere “semplici”, non di stampo mafioso. Ci sarà quindi un processo d’Appello bis per rivedere le pene, alla luce della riqualificazione del reato. «Quello di mafia è caduto per manifesta infondatezza. Finalmente c’è un giudice a Berlino», ha dichiarato l’avvocato Francesco Tagliaferri, difensore di Carminati. «Roma è liberata dalla mafia. È stata scritta una pagina finalmente chiara», ha aggiunto Alessandro Diddi, difensore di Buzzi. «È la sconfitta del modo di fare i processi di Pignatone e del Ros di Roma», ha affermato Giosuè Naso, difensore di Riccardo Brugia.
«Restano criminali»
«Questa sentenza conferma comunque il sodalizio criminale – ha detto la sindaca Virginia Raggi – è stata scritta una pagina molto buia della storia della nostra città. Lavoriamo insieme ai romani per risorgere dalle macerie che ci hanno lasciato». «Se non era mafia allora cosa era? Un’associazione di volontariato?», si è domandato il leader della Lega Matteo Salvini. «Le sentenze si rispettano – ha detto il presidente della commissione antimafia, Nicola Morra – ma i dubbi e le ambiguità restano».
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22 Ottobre 2019
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