«Il Campione, una storia che riguarda tutti noi»
CINEMA Ha appena 20 anni, guadagna cifre mostruose, è attorniato dalla solita folla di opportunisti e cialtroni, ha perso la sola persona che lo amava, di lui non importa (quasi) a nessuno perché lui si compra, si vende, la sua vita è solo business. È un calciatore. Anzi un campione. Anzi una star. E, quindi, solo, sempre a un passo dal precipizio. Ma potrebbe farcela perché incontra la sola persona che può salvarlo, un prof con la faccia di Stefano Accorsi. E qui sta l’opera prima di Leonardo D’Agostino, Il Campione (dal 18 in sala), in cui il giovane calciatore fragile e sregolato ha la faccia di Andrea Carpenzano: sta nella voglia di raccontare cos’è il successo e com’è difficile gestirlo. Per Accorsi: «Questa storia riguarda tutti quelli che nell’era dei social il successo lo sognano o da una certa idea di successo si fanno condizionare senza capire che il successo esige che la persona impari a credere in sé».
Come il prof che lei interpreta e che tutti vorremmo incontrare?
«Sì un prof che fa davvero questo mestiere con passione, uno di quelli che se lo incontri te lo ricordi per sempre, figura inedita, come del resto quella del calciatore che è insidioso portare al cinema»
Perché?
«Iil punto era far vivere allo spettatore le emozioni che non prova quando vede una partita, quindi quando Totti ha visto il film e si è emozionato significa che non si è distratto vedendo le partite e che il film è riuscito a colpire al cuore».
SILVIA DI PAOLA
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