Pedofilia sul web Scandalo a Venaria
TORINO Più di 68mila file, di questi oltre 2mila erano immagini pedopornografiche, scaricati da settembre a febbraio dai computer comunali e poi trasferiti su chiavette e hard disk esterni: l’ipotesi è che fossero destinati al mercato del deep-web.
Sono i numeri dello scandalo che fa tremare il palazzo civico di Venaria perché coinvolge tre dipendenti della sede distaccata di via Goito. Uno di loro, impiegato di 61 anni dell’Ufficio ragioneria, è finito ai domiciliari e si è poi dimesso. Per gli altri due, dipendenti del settore urbanistica e personale, tra cui la moglie dell’arrestato che avrebbe assegnato straordinari non dovuti al marito, è scattata la denuncia. Sono accusati, a vario titolo, di pedopornografia, truffa aggravata e peculato. Due di loro sono stati ripresi dalle telecamere in atti di autoerotismo in ufficio.
Dalle indagini, avviate dalla polizia municipale di Venaria e coordinate dal pm Marco Sanini, è emerso che i tre usavano i pc del comune anche per giocare in borsa o scommettere. I sospetti sono nati a maggio quando il comandante della polizia locale Luca Vivalda si accorse che la rete era lenta in precise fasce orari, Proprio quando in via Goito si scaricavano i download: «Immagini così violente che mi hanno fatto stare male», ha commentato Vivalda.
CRISTINA PALAZZO
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