Il ruggito di Pechino impressionerà il mondo

CINA La Cina promette di realizzare un miracolo economico «che impressionerà il mondo», a quaranta anni dall’avvio delle riforme e delle aperture del suo sistema, ma avverte che non permetterà a nessuno di dirle cosa fare. Dalla Grande Sala del Popolo, in piazza Tiananmen, il presidente Xi Jinping ha assicurato che Pechino «non cerca l’egemonia», avvertendo che non accetterà separatismi o imposizioni esterne. In un discorso di circa un’ora e mezzo, il presidente cinese ha sottolineato la fiducia nelle riforme inaugurate dall’ex leader, Deng Xiaoping, che hanno portato a una «enorme trasformazione» e a un «miracolo senza precedenti» per la Cina, che da allora si è mossa «verso il centro del palcoscenico mondiale ed è diventata un riconosciuto costruttore di pace mondiale e un contribuente dello sviluppo globale». Nel suo discorso davanti a 3.000 persone, Xi ha più volte ha usato la parola «miracolo», ricordando che la Cina è oggi «ad un nuovo punto di partenza» e le riforme e aperture del sistema sono state «un grande risveglio», dopo il decennio della Rivoluzione Culturale maoista, quando il Paese era «sul punto del collasso economico».
«Non cercheremo l’egemonia»
«Ogni passo di riforma e apertura non è facile. In futuro affronteremo rischi e sfide di ogni tipo», è stata la sua previsione, «e dovremo resistere all’impatto di tempeste e terremoti», ma la Cina deve continuare ad avere «fiducia in se stessa». «Nessuno è nella posizione di dettarci cosa dobbiamo o non dobbiamo fare», ha detto Xi, riaffermando i punti saldi della sua politica estera. «Non cercheremo mai l’egemonia», «non perseguiremo mai il nostro sviluppo a scapito di altri Paesi», ma allo stesso tempo «non rinunceremo ai nostri diritti e interessi legittimi». Xi ha ribadito l’opposizione del Paese ai separatismi, citando Taiwan, e le questioni di sovranità nazionale: «Neppure un pollice di territorio può essere separato dalla madrepatria».
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