Ilva
8:00 am, 15 Marzo 17 calendario

A Taranto inquinamento a ogni folata di vento

Di: Redazione Metronews
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TARANTO Chiudete le finestre, respirate meno che potete, non usate l’auto ma solo gli autobus non inquinanti. Lo ha detto il sindaco di Taranto in questi giorni, in una delle tante ordinanze sui “wind days”. Giorni di vento. Giorni in cui il vento soffia dal quadrante della fabbrica verso i quartieri più esposti, Tamburi e Paolo IV. I cittadini di Taranto sono abituati a sentirselo dire: in alcuni giorni di vento è meglio starsene in casa.
La stagione di proteste
Appena cinque anni fa Taranto viveva la sua stagione di proteste e nell’aprile del 2013 fu organizzato un referendum popolare per chiedere la chiusura dell’Ilva o di una parte di esso. Ma non fu raggiunto il quorum e da allora, con l’apertura del procedimento giudiziario “Ambiente Svenduto”, perennemente a rischio prescrizione, la vicenda sembra essere passata in secondo piano.
Il piano ambientale
Dopo dieci decreti governativi Salva Ilva, decine di interrogazioni parlamentari, piani di ristrutturazione sul tavolo, oggi è in dirittura di arrivo il processo di vendita dello stabilimento: due i gruppi che se la contendono,  le cordate AcciaItalia (JSW Steel, Arvedi, Cdp e Delfin) e AM Investco Italy (in cui al fianco di ArcelorMittal c’è Marcegaglia). Entrambi nei loro piani industriali promettono di ridurre l’impatto ambientale. Ma è possibile? Di certo c’è che l’ultimo decreto Salva Ilva ha lasciato uno spiraglio per spostare questo problema più in avanti: infatti il compratore dell’acciaieria potrebbe decidere unilateralmente di posticipare il piano ambientale, che tra l’altro Taranto sta già aspettando da alcuni anni.
Lo studio degli ingegneri
L’ordine degli ingegneri della Puglia si è fatto portavoce di uno studio che mira a “decarbonizzare l’Ilva” utilizzando il gas al posto del carbone. Ipotesi caldeggiata dal governatore della Regione Michele Emiliano. «L’Ilva si poteva decarbonizzare in 18 mesi già con le risorse messe a suo tempo a disposizione dal governo, eliminando l’intera area a caldo sequestrata dalla magistratura nel 2012, perché ritenuta fonte di malattie e morte», ci dice l’ingegner Barbara Valenzano, direttore del dipartimento mobilità, qualità urbana, opere pubbliche, ecologia e paesaggio della Regione Puglia e custode giudiziario degli impianti finiti sotto sequestro.
Ipotesi dei forni elettrici
Lo studio ipotizza la costruzione di forni elettrici da alimentare in un anno con  7 milioni di tonnellate di Dri, cioè un minerale semilavorato, 1,4 miliardi di metri cubi di gas naturale e 2500 gigawatt ora di energia elettrica (meno di un terzo della produzione di energia da fonti rinnovabili prodotta in Puglia). Il Dri ha potere calorifico decisamente maggiore del carbone. Col minore apporto di materiali, si ridurrebbe anche il traffico di navi cariche di minerali ai moli del siderurgico. Costerebbe di più, ribattono da Confindustria. «Ma nei costi bisogna inserire anche quelli sociali causati dalle malattie e dalle morti premature», ribattono gli ingegneri.
Aumento della mortalità
E a proposito di vittime: Emiliano ha presentato uno studio regionale secondo il quale c’è un aumento di mortalità del 13% per tumore al polmone e infarto del miocardio nei rioni di Tamburi e Paolo VI, i più esposti, e il 25% di ricoveri tra i bambini. Interrogato alla Camera dal M5S il ministero dello Sviluppo economico ha risposto dicendo che si parla di malattie «del passato» e che i danni neuropsicologici dei bambini che presentano piombo nel sangue sono influenzati da «fattori socio-economici e culturali legati alle famiglie di appartenenza dei bambini». Insomma dalla povertà.
Parchi minerali a cielo aperto
Nel frattempo, i parchi minerali sono ancora a cielo aperto: quando soffia il vento dalla fabbrica sui balconi di Taranto si deposita la polvere nera. In questi giorni su Facebook è un pullulare di video che testimoniano lo strato di inquinamento depositatosi ovunque. Per ordinanza comunale i bambini non possono giocare in strada: basterà a salvarli?
STEFANIA DIVERTITO

15 Marzo 2017
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