Lo smog, le città e il coraggio di fare
Sono passati più di 100 anni da quando Henri Antoine des Voeux, componente della Società Londinese per l’abbattimento del fumo da carbone, inventò il termine “smog”. Da allora, in realtà ancor prima, tira una brutta aria. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’inquinamento atmosferico rimane la minaccia ambientale più grave per la salute.
I livelli di sostanze inquinanti a livello globale sono cresciuti dell’8% negli ultimi 5 anni, causando la morte di oltre 3 milioni di persone ogni anno, con una media di 6 decessi al minuto. E sono cifre destinata ad aumentare nel 2050 per via di un’ulteriore espansione delle città. Secondo la Banca Mondiale, i danni economici derivanti dallo smog ammontano a 5mila miliardi di dollari annui: nessuna società può permettersi di continuare a ignorare questi numeri.
In Italia è un problema sempre più stringente relativo ai contesti urbani, la maggior parte dei quali sono incapaci di predisporre misure adeguate a risoluzioni efficaci nel tempo. Sarebbero necessari interventi strutturali, di più “ampio (e sano) respiro”, e di lunga programmazione: occorrerebbe un piano nazionale che supporti i sindaci nel prendere misure radicali e impopolari. Troppo spesso, invece, i primi cittadini sono lasciati soli di fronte all’emergenza, potendo contare su poche risorse economiche.
Nessuno ha la bacchetta magica, ma se solo ci fosse più coraggio, lungimiranza e senso civico sarebbe senz’altro possibile fare alcuni passi in avanti, assicurandoci tutti un futuro migliore.
Bisognerebbe, da un lato, agire trasformando strutturalmente le città, ridisegnando strade e piazze per favorire gli spostamenti a piedi e in bicicletta; incentivando, al contempo, una mobilità sostenibile con veicoli più efficienti e a zero emissioni e un trasporto pubblico all’altezza delle attuali esigenze. Dall’altro, riqualificare il patrimonio edilizio (sia pubblico che privato) per ridurre i consumi energetici e le emissioni inquinanti, e continuare a investire nella tutela e nello sviluppo dei parchi urbani, che proteggono la biodiversità, assorbono la CO2 mitigando il cambiamento climatico, con effetti benefici quindi sulla riduzione dell’inquinamento, depurando l’aria dalle polveri sottili.
MASSIMILIANO PONTILLO
Giornalista e comunicatore
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