Valanga sull’hotel Decine di dispersi, una coppia è di Roma
TERAMO Si cerca nella notte, sondando palmo a palmo la neve cementata negli accumuli spessi anche 5 metri della gigantesca slavina con un fronte di 300 metri, innescata dalle scosse di terremoto e dalle imponenti nevicate, che precipitando dalle creste della catena del Gran Sasso mercoledì ha fatto implodere l’hotel Rigopiano nel comune di Farindola mentre all’interno c’erano 11 dipendenti e 24 ospiti, tra i quali quattro bambini.
Quattro le vittime recuperate e due i superstiti. La struttura alberghiera è stata spostata di quasi una decina di metri dalla forza d’urto della valanga che l’ha trasformata in una bara di ghiaccio. Ma i 135 soccorritori al lavoro con 20 mezzi non si danno per vinti: «È la speranza che sorregge la nostra azione», ha ricordato Fabrizio Curcio, capo della Protezione civile.
Tra i dispersi una coppia di Roma. Tra i dispersi ci sarebbero 6 persone di Teramo, 4 di Chieti e 2, una coppia, proveniente da Monterotondo (Roma), che aveva deciso di trascorrere a Farindola alcuni giorni di relax.
Ai limiti del possibile. «L’intervento all’hotel Rigopiano è ai limiti del possibile – ha aggiunto Curcio – abbiamo parlato con tutti gli operatori sul territorio e l’idea è supportare chi sta lavorando sul posto. È uno scenario critico, ci sono criticità tecniche importanti e si sta lavorando per fare il possibile». C’è anche il rischio che possano cadere altre valanghe. Intanto i corpi recuperati sono stati trasportati in elicottero all’ospedale di Pescara, dove è attiva una task con medici e psicologi. Un centro operativo è stato allestito anche nel Palazzetto dello Sport di Penne. Sulla possibilità di ritrovare vivi i dispersi, i soccorritori lasciano aperto uno spiraglio: «È sempre difficile fare previsioni in questi casi – ha spiegato Walter Milan, responsabile comunicazione del Soccorso alpino – però consideriamo che questa valanga ha investito un edificio, che può avere camere o sacche d’aria, per cui bisogna continuare a insistere e lavorare pensando di poter tirare fuori qualcuno ancora vivo. Noi abbiamo speranza e lavoriamo per questo». Intanto la Procura di Pescara ha già aperto un fascicolo di indagine ipotizzando – al momento contro ignoti – il reato di omicidio colposo.
METRO
© RIPRODUZIONE RISERVATA