Animali
7:12 pm, 21 Settembre 16 calendario

Cosmetici, ok a divieto per test sugli animali

Di: Redazione Metronews
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UNIONE EUROPEA Un altro argine alle sperimentazioni sugli animali – in campo cosmetico – arriva dall’Unione europea. La Corte di giustizia Ue, in una sentenza, ha stabilito che è vietata l’immissione sul mercato dell’Ue di prodotti cosmetici nei quali sono presenti ingredienti testati sugli animali, anche se la sperimentazione avviene al di fuori dell’Unione. La Corte si riferisce al caso in cui, i risultati dei test sugli animali vengano utilizzati per dimostrare la sicurezza dei prodotti ai fini della loro immissione sul mercato dell’Unione. Il diritto dell’Unione europea già dal 2013 vieta la vendita di cosmetici testati sugli animali, ma ora la Corte di Giustizia ha aggiunto un altro punto fermo: i Paesi membri possono vietare la commercializzazione di cosmetici che contengono ingredienti sottoposti a sperimentazione animale, anche se la sperimentazione avviene all’estero in Paesi in cui il test è obbligatorio.
«La sentenza ha il grandissimo pregio di chiarire, una volta per tutte, che la normativa europea in materia non si presta ad essere “stiracchiata” in funzione degli interessi economici», ha dichiarato la presidente nazionale di Enpa, Carla Rocchi. «Il divieto è dunque perentorio. Ciò che è lecito a Pechino o Tokyo, non lo è a Bruxelles», ha aggiunto.
La sentenza parte da un divieto imposto dalla giustizia britannica a tre fabbricanti di ingredienti di cosmetici che hanno effettuato sperimentazioni animali al di fuori dell’Unione affinché certi prodotti cosmetici potessero essere venduti in Cina e in Giappone. Per la Corte il diritto Ue non opera alcuna distinzione in base al luogo in cui è stata effettuata la sperimentazione animale.
Quando la sperimentazione è lecita
L’Unione europea la scorsa primavera ha ripreso l’Italia per le eccessive restrizioni alla sperimentazione animale  fini scientifici. Nel 2010 l’Unione Europea ha emanato la direttiva 63 che imponeva a tutti gli Stati membri alcuni canoni in materia. L’Italia l’ha recepita nel 2014 col decreto 26 trasformandola in modo più restrittivo, ad esempio aggiungendo il divieto di fare esperimenti su cani, gatti e primati. L’Unione ha contestato queste ulterori limitazioni.
METRO

21 Settembre 2016
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