MAFIA
9:05 pm, 13 Luglio 16 calendario

Il padrino Provenzano muore coi suoi segreti

Di: Redazione Metronews
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MILANO «La morte di Bernardo Provenzano è una liberazione. Oggi si celebra il nostro 25 aprile», è stato il commento del sindaco di Corleone Lea Savona, «mi opporrò alla possibilità che si celebrino qui i funerali». «Vieterò i funerali pubblici», ha intanto annunciato il Questore di Palermo, Guido Longo, subito dopo avere appreso della morte del boss mafioso.
Provenzano è deceduto nell’ospedale San Paolo di Milano dove era detenuto dal 2014 in regime di 41 bis. Su questo avvocato e familiari hanno sollevato una polemica: il regime di isolamento era stato riconfermato anche tre mesi fa nonostante il boss fosse da quattro anni in condizioni gravi definite dall’avvocato di “stato quasi vegetativo”, dopo una caduta nel carcere di Parma. Per questo i familiari non hanno potuto vederlo prima che morisse. Anche l’Unione delle Camere penali ha criticato che si sia lasciato morire Provenzano in carcere duro. Il procuratore Domenico Gozzo ha raccontato che Provenzano nel 2013 sembrava disposto a collaborare, ma una fuga di notizie fece saltare tutto. 
Provenzano era chiamato “Binnu u tratturi”, il trattore, perché non si fermava davanti a niente. Ma anche il “ragioniere”, perché riusciva a gestire i conti di Cosa nostra con estrema attenzione. Fu arrestato in una masseria del corleonese l’11 aprile 2006 dopo 43 anni di latitanza. Capo della cupola dal 1993, sotto la sua gestione la mafia ha applicato la strategia di infiltrarsi nelle istituzioni e negli affari, evitando la precedente linea di attacchi frontali. È accusato di numerosi omicidi e imputato nel processo per la presunta trattativa Stato-Mafia.
I boss
Tra i boss storici di Cosa Nostra resta in libertà l’attuale capo Matteo Messina Denaro. I Corleonesi Salvatore Riina, Leoluca Bagarella e Giovanni Brusca, sono vivi e in carcere. Furono loro a scatenare le due guerre di mafia. Sono loro imputati centinaia di omicidi e stragi come quella di Capaci. Brusca oggi è un pentito. Matteo Messina Denaro, trapanese di 54 anni, è l’uomo più ricercato d’Italia e il capo della Mafia.
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13 Luglio 2016
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