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1:35 pm, 9 Maggio 23 calendario

Mafie, ora i boss reclutano gli affiliati sui social

Di: Redazione Metronews
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Mafie, ora i boss reclutano gli affiliati sui social. “Dall’iconografia del Padrino siamo arrivati alle mafie che sono ben informate e formate nei social media. Tiktok e Instagram diventano strumenti per comunicare direttamente con una base di simpatizzanti o di giovani che, provenienti da aspetti sociali di debolezza, possono essere aggregati”. Lo ha detto Nino Foti, presidente della Fondazione Magna Grecia, a margine della presentazione del rapporto “Le mafie nell’era digitale” alla Camera dei Deputati. 

Mafie, ora i boss reclutano gli affiliati sui social

Dal rapporto, che ha processato 20mila commenti a video YouTube, 90 GB di video TikTok (per un totale di 11.500 video) e 2 milioni e mezzo di tweet, emergono diversi dettagli estrapolati dai social sul linguaggio delle mafie: dalla musica trap al neomelodico, dalle macchine extra-lusso ai gioielli kitch, dalla “presta libertà” dedicata a chi è in galera, affinché veda presto la luce del sole, alla mitizzazione dei grandi boss del passato, dagli emoticons a forma di cuore o di leone, di fiamma o di lucchetto per dimostrare sentimento, coraggio, e omertà, agli hashtag per inserirsi nella scia dei contenuti virali su social network come Facebook (sempre meno), Instagram, Twitter e oggi soprattutto Tik tok.

“Il lavoro presentato oggi rappresenta l’attualità. Le mafie mutano col mutare sociale, vivono fra di noi e ci somigliano, per esistere hanno bisogno di pubblicità”. Lo ha dichiarato il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri a margine della presentazione. “Anni fa si facevano vedere in processione o sponsorizzavano squadre di calcio, oggi – ha spiegato – le nuove generazioni mafiose si fanno vedere vestite in modo sfarzoso sui social per dimostrare che quello è il potere”.

I nuovi boss

I “nuovi” boss “raccontano i nuovi linguaggi della criminalità organizzata sui social e confermano la capacità delle mafie di reinventarsi continuamente in base alle esigenze del presente. E di progredire, man mano che il digitale prende la scena facendo cadere i confini tra il reale e il virtuale”. “Dopo una prima fase in cui la le mafie usano i social in modo quasi ludico infatti – si legge nel Rapporto della Fondazione presieduta da Nino Foti -, anche nel mondo criminale subentra una maggiore consapevolezza del mezzo. Che diventa luogo di sponsorizzazione e comunicazione con gli affiliati così come con i nemici. Fino ad arrivare, con lo sbarco in Rete della nuova generazione criminale, alla creazione dell”interreale mafioso’. Ovvero di una continuità tra quanto accade in rete e il mondo reale

9 Maggio 2023
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