Razzismo
8:20 pm, 10 Luglio 16 calendario

L’addio a Emmanuel La divisione uccide

Di: Redazione Metronews
condividi

FERMO Un dolore insostenibile per Chinyere, che è svenuta due volte durante il funerale celebrato nel Duomo di Fermo del suo “promesso sposo” Emmanuel Chidi Namdi, il 36enne rifugiato nigeriano ucciso martedì scorso da un ultrà di estrema destra. Sull’altare, per omaggiare il feretro insieme al sindaco di Fermo, don Vinicio Albanesi ha fatto salire i compagni di Emmanuel che in segno di lutto portavano una fascia rossa sulla fronte. «Mi dà fastidio quando i media definiscono i migranti “disperati”. Ma quando mai? – ha detto nell’omelia l’arcivescovo Luigi Conti – noi lo siamo, non loro. Noi rischiamo di uccidere la loro speranza. È la divisione che uccide, non questo o quel fratello della comunità». Ad ascoltarlo, in prima fila, la presidente della Camera Laura Boldrini, la ministra Maria Elena Boschi, il vicepresidente del Parlamento europeo David Sassol e l’europarlamentare Cecile Kyenge.
Arginare il razzismo
«Noi perdoniamo tutti, noi accogliamo tutti – ha detto don Vinicio Albanesi – anche l’aggressore di Emmanuel è una vittima. E se qualcuno lo avesse aiutato a controllare la sua istintività e la sua aggressività, avrebbe fatto bene». La presidente Boldrini ha sottolineato l’importanza della presenza delle istituzioni per stigmatizzare i messaggi d’odio e «mandare un messaggio ai nostri connazionali: non permetteremo che la società si inquini con il razzismo, vogliamo proteggerci da questo virus. È necessario che le istituzioni ci siano. Dobbiamo arginare questo fenomeno anche con la nostra presenza. Dire “scimmia” a una donna non può essere derubricata come una battuta».
Dinamica aggressione ancora sotto esame
«Li ho insultati perché erano di colore e pensavo stessero rubando un’auto». L’ultrà di destra Amedeo Mancini ha riconosciuto di aver avviato la lite con l’offesa («scimmia») alla compagna di Emmanuel, Chinyery. Poi, però, i racconti divergono. Secondo la donna, Emmanuel avrebbe reagito e sarebbe stato massacrato di botte. Secondo Mancini, Emmanuel dopo qualche minuto lo avrebbe aggredito con la compagna e un amico usando un palo stradale. Mentre si allontanava, Mancini lo avrebbe colpito con un pugno in faccia che lo ha fatto cadere sbattendo la testa sul marciapiedi.
Francesco: chi è il nostro prossimo?
Sull’argomento migrazioni e razzismo è intervenuto indirettamente anche Papa Francesco, che ha detto: «Chi è il mio prossimo? Chi devo amare come me stesso? I parenti? Gli amici? I miei connazionali? Quelli della mia stessa religione? È bene che ci facciamo queste domande, perché alla fine saremo giudicati sulle opere di misericordia. Il Signore potrà dirci: quel bambino affamato ero io. Quei migranti che tanti vogliono cacciare via ero io».
METRO

10 Luglio 2016
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo