Autobomba ad Ankara È di nuovo una strage

TURCHIA Un’autobomba contro una piazza affollata dove erano parcheggiati alcuni autobus. Ancora una violenta esplosione nel cuore della capitale turca Ankara. Un mese dopo l’attacco vicino al quartier generale dell’esercito, un nuovo attentato colpisce la centralissima zona di Kizilay. I morti sono almeno 34, 125 i feriti portati in 10 ospedali. 
«I terroristi devono sapere che per quanto sanguinoso sarà il loro odio non riusciranno a piegarci e scuoterci, ovunque essi colpiscano. La risposta e la condanna della comunità internazionale sara’ ferma, unanime, risoluta», ha dichiarato il presidente del Consiglio Matteo Renzi esprimendo il suo profondo cordoglio per le vittime in Turchia e in Costa d’Avorio. 
La dinamica
Nel tardo pomeriggio, ora di punta del traffico domenicale, un’auto carica di esplosivo si è schiantata contro un autobus nei pressi di una zona destinata ai mezzi pubblici, tra il parco Guven e il boulevard Ataturk. Non lontano peraltro da diversi ministeri e dagli uffici del primo ministro. Un attacco suicida che ha preso di mira decine se non centinaia di semplici cittadini. La potenza dell’esplosione è stata tale che molti sono morti all’istante. 
Tre giorni fa un messaggio di allerta aicittadini americani era stato divulgato dall’ambasciata statunitense. 
I sospetti
Secondo un funzionario della sicurezza turca, dalle prime indagini emerge che l’attacco è stato compiuto da militanti curdi del Pkk o da un gruppo affiliato. Nel sud-est della Turchia, le operazioni contro il Pkk hanno causato in questi mesi centinaia di morti, con decine di coprifuochi in vigore per mesi nei centri urbani. Una guerra intestina che ha spinto i gruppi curdi più radicali a minacciare rappresaglie nel resto della Turchia. C’è poi anche il fronte siriano.
I precedenti
Il 10 ottobre Ankara vide un attentato contro una manifestazione filo-curda, con 102 morti, attribuito all’Isis.  Il 17 febbraio 28 persone sono uccise al passaggio di un convoglio militare nella zona residenziale. accusati i curdi.
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