Libia
9:35 pm, 3 Marzo 16 calendario

Intervento in Libia Siamo di fronte a un cambio di scenario

Di: Redazione Metronews
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ROMA «I bombardamenti degli Stati Uniti del 19 febbraio hanno cambiato lo scenario in quella zona, e quindi evidentemente ci sono state delle ripercussioni che hanno portato le stesse milizie presenti a conquistare tutta una serie di posizioni». Lo spiega Giacomo Stucchi (Lega), presidente del Copasir presso il quale ha relazionato il sottosegretario Marco Minniti, delegato ai servizi segreti. Il punto è che in Libia, in attesa della formazione del governo, sta cambiando lo scenario generale. Da una parte l’Isis è  più forte e si espande, dall’altra i combattimenti si intensificano e ad esempio a Bengasi il generale Haftar ha cambiato la situazione. Infine le potenze internazionali hanno iniziato ad essere più presenti, con forze speciali e bombardamenti. E anche l’Italia avrebbe già predisposto il decreto per l’invio di 50 elementi del ColMoschin, delinenandone anche le regole di ingaggio e le relazioni con le altre forze. Possibili passi verso il ventilato intervento militare internazionale per stabilizzare la Libia e sconfiggere l’Isis. Un intervento sul quale – alle condizioni attuali –  si sono dichiarati contrari sia Silvio Berlusconi che Romano Prodi. Per una volta d’accordo fra loro. 
Varvelli: “Un’operazione a sostegno del governo”
Un intervento ci sarà, ma le forze occidentali resteranno un passo indietro. Ne è convinto Andrea Varvelli, analista dell’Ispi per la Libia.
Quale situazione ad oggi?
Si parla tanto di azione militare, ma l’Italia e la risoluzione Onu hanno stabilito che possa esserci un intervento militare solo su richiesta del governo di unità nazionale. Ma questo ancora non c’è.  
E quando ci sarà?
Credo che l’intervento si farà, ma sarà a supporto di quel governo. Si contribuirà a formare un nuovo esercito nazionale, ci sarà un supporto nella caccia all’Isis e alle milizie che si escludono dall’accordo. Ci saranno più massicci raid aerei mirati. Non credo che ci sarà una massiccia presenza di soldati occidentali sul terreno, e tanto meno in prima linea. Il combattimento sarà lasciato ai libici. 
Se il governo non nasce?
Qualche potenza potrebbe stufarsi e decidere di intervenire. Penso soprattutto a Francia ed Egitto. A quel punto ci sarebbero bombardamenti più massicci, Ma è un’ipotesi negativa, soprattutto per l’Italia: è dimostrato che questo tipo di attacchi non raggiunge obiettivi politici ma favorisce la propaganda e il reclutamento dell’Isis, e invece dei 5000 miliziani di adesso potremmo trovarcene 10 o 15 mila.
Il ruolo dell’Italia?
Di prima linea, di guida. Non è una concessione che ci fanno. Siamo noi che ci siamo autoinvestiti. Come d’altro canto è naturale per la nostra posizione e inostri interessi, Ma è più un onere che un onore.
OSVALDO BALDACCI

3 Marzo 2016
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