Automobili
6:06 pm, 14 Gennaio 16 calendario

Renault, si teme un nuovo Dieselgate

Di: Redazione Metronews
condividi

FRANCIA. Nuova bufera nel settore dell’automobile: sotto la lente, stavolta, è la francese Renault, sospettata di frode sulle emissioni. Pesanti le ripercussioni in Borsa. La notizia di perquisizioni in numerosi uffici e impianti d’Oltralpe, infatti, ha fatto cadere a picco il titolo, con perdite fino a oltre il 20%, trascinando al ribasso anche i listini europei. Il titolo Renault chiude a -10,28%. Male anche Volkswagen (-2,5%), Daimler (-2,5%) e Peugeot (-3,8%). Flessione del 7,13% per Fca.
Le ispezioni
Secondo quanto riportato dai sindacati, la polizia francese avrebbe eseguito una serie di perquisizioni negli uffici e impianti a Lardy, Guyancourt, Plessis-Robinson e Boulogne-Billancourt. Dal momento che l’attenzione degli inquirenti si sarebbe concentrata sulle aree di test per i motori, l’ipotesi investigativa è che Renault possa avere inserito nelle sue vetture un software in grado di eludere i controlli sulle emissioni, come quello scoperto su centinaia di migliaia di auto diesel di Volkswagen. 
L’azienda smentisce 
La notizia di possibili “trucchi” è stata però seccamente smentita dalla casa francese. In un comunicato ufficiale Renault ha ribadito quanto sostenuto dalla Direzione Generale per l’Energia e il Clima (DGEC): «I controlli fino ad ora effettuati non hanno rivelato sui veicoli Renault la presenza di alcun software finalizzato a falsare i dati relativi alle emissioni». La DGCCRF, cioè la Direzione generale sulla concorrenza, sul consumo e sulle truffe  francese, ha deciso, comunque, di condurre ulteriori indagini per convalidare la prima analisi effettuata dalla Commissione tecnica. In serata il ministro dell’Ambiente Segolene Royal ha precisato che le emissioni delle auto diesel  Renault sono risultate superiori a quelle consentite, ma sui motori non sono stato trovati  software truccati. In difesa di Renault anche il ministro dell’Economia Emmanuel Macron, che mantiene la sua «fiducia». 
Tecnologie pulite, ritardi
 Commentando il caso Renault, il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, spiega che «tutti i costruttori di auto nessuno escluso hanno chiesto all’Europa di spostare i termini sui motori diesel dal 2016 al 2019, perché se non ci vogliamo raccontare delle balle, quello è un problema che riguarda tutte le tecnologie e c’è un grave ritardo sullo sviluppo delle tecnologie pulite e sostenibili». «Quello che è successo in questi anni – osserva ancora  Landini – dimostra che se si lascia fare alle imprese e al mercato, le cose non funzionano, e questo riguarda anche le politiche dei governi». 
METRO

14 Gennaio 2016
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo