Diritti civili
7:30 pm, 27 Ottobre 15 calendario

Nulle le trascrizioni delle nozze gay

Di: Redazione Metronews
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ROMA È valida la circolare del ministero dell’Interno – e i conseguenti atti del prefetto – che hanno disposto la cancellazione dall’Anagrafe del Comune di Roma di 16 matrimoni gay contratti all’estero che vi erano stati trascritti. Lo ha stabilito una sentenza del Consiglio di Stato che ha rovesciato il pronunciamento del Tar del Lazio, ribadendo che ministro e prefetti «hanno il potere di annullare gli atti di stato civile».
Sentenze contrastanti
Una sentenza che mostra un orientamento che avrà peso anche sugli altri “casi” aperti in Italia. Al Consiglio di Stato aveva proposto appello il Viminale e, in via incidentale, anche le coppie coinvolte assistite dagli avvocati della Rete Lenford. L’ok alla cancellazione delle trascrizioni dei matrimoni gay esteri rovescia quanto affermato sino ad ora da ben quattro Tar (oltre al Lazio ci sono Toscana, Lombardia e Friuli) e contrasta con le pronunce della Corte di Cassazione sulla validità delle unioni gay. «La più alta magistratura amministrativa del Paese ci ha dato ragione – commenta il ministro Angelino Alfano – nel nostro Paese non esiste né il turismo nuziale e neanche il federalismo matrimoniale».
Pronte nuove azioni legali
Ma gli avvocati delle coppie annunciano nuove offensive legali, sia a livello nazionale che alla Corte europea dei diritti umani. «È una sentenza abnorme – dicono – i giudici amministrativi hanno ridimensionato i poteri di quelli ordinari innescando un potenziale conflitto. Il verdetto si regge poi su una interpretazione errata del diritto civile e costituzionale». E scoppia anche la polemica sul giudice Carlo Deodato, relatore della sentenza del Consiglio di Stato, che sul suo account – come segnalano gli avvocati di Rete Lenford – ritwitta i proclami delle “Sentinelle in piedi” schierate contro i matrimoni gay.
Una sentenza politica
«È stata una sentenza pesantemente politica – denunciano i legali – basta vedere i tweet antigender sul profilo del giudice: il relatore non era imparziale. Anche per questo ci rivolgeremo alla Corte europea dei diritti umani». Sempre secondo gli avvocati «la sentenza dimostra una preoccupazione eccessiva nei confronti della politica laddove parla di “opportunità”, un tema che non dovrebbe entrare in un’aula giudiziaria».
Cirinnà: unioni civili sempre più urgenti
«I numerosi e contrastanti pronunciamenti della magistratura indicano se possibile ancora di più l’urgenza di dare al Paese una normativa certa in materia». Così la senatrice del Pd, Monica Cirinnà, sulle possibili ricadute del pronunciamento del Consiglio di Stato sul ddl per le unioni civili che porta il suo nome. L’atto è stato “incardinato” a Palazzo Madama, ma dovrà aspettare a lungo perchè da domani si apre in Parlamento la lunga e perigliosa sessione di bilancio.
Verdetto non cambia nulla
Impossibile, al momento, prevedere i tempi dell’approdo in Aula anche se il premier Renzi ha promesso in più occasioni l’approvazione delle unioni civili entro fine anno. «Non capisco l’euforia di Ncd e Forza Italia per il pronunciamento ovvio del Consiglio di Stato – ha commentato il senatore del Pd Andrea Marcucci, presidente della commissione Cultura – non c’è alcuna relazione tra questa sentenza e l’iter parlamentare delle unioni civili, che restano in ogni caso urgenti, a prescindere dalle sentenze».
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27 Ottobre 2015
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