“Non essere cattivo”
8:03 pm, 28 Settembre 15 calendario

Mastandrea si gioca l’Oscar ai calci di rigore

Di: Redazione Metronews
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CINEMA Non è la sua prima  corsa all’Oscar. Valerio Mastandrea ci si era già trovato con “La prima cosa bella” di Virzì, tuttavia, questa volta, è tutta un’altra storia. Perché a concorrere per entrare nella magica cinquina del Miglior Film Straniero è “Non essere cattivo”, pellicola della quale non solo è produttore (con la sua Kimerafilm), ma perché l’ha fortemente voluta, visto che il regista, il troppo a lungo dimenticato Claudio Caligari, già malato, non riuscì a finirla. Una dura  e lacerante storia di tossici e ragazzi di vita nella Ostia dei ’90,  presentata a Venezia, è l’ultimo atto di un’ideale trilogia cominciata con “Amore tossico” e continuata con “L’odore della notte”.
Mastandrea, perché questa volta è diverso? 
Non solo perché affronto l’avventura da produttore e perché io stesso ho lavorato per portare a termine il film  dopo la morte di Caligari. Ma anche perché è come se continuasse a vivere in maniera dirompente  insieme al regista al quale io ero molto legato.
Se lo sarebbe aspettato?
No, Venezia sembrava il punto d’arrivo e invece oggi questo è un nuovo traguardo, comunque vada, perché sarà una battaglia difficile. E perché abbiamo vinto come outsider su altri film di grande valore. Ha vinto  l’autenticità e la forza della regia di Caligari che in questo modo resta ancora tra noi. 
Cosa si aspetta?
Un gran lavoro, non è che l’inizio. Faremo tutto il possibile. E considero questo un gioco  ai tempi supplementari con la speranza di arrivare ai rigori e di vincere.
E cosa spera?
Che la nomination aiuti concretamente il film, cioè lo aiuti a rimanere nelle sale: i premi contano e fanno piacere, ma la vera vita dei film che sono fatti per gli spettatori è nelle sale.
SILVIA DI PAOLA
 

28 Settembre 2015
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