SIRIA
6:40 pm, 27 Settembre 15 calendario

Bombe francesi sull’Isis in Siria

Di: Redazione Metronews
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SIRIA  La Francia sta discutendo di una possibile soluzione politica del conflitto in Siria con tutte le parti coinvolte, senza escludere nessuno dal processo, ha dichiarato il presidente francese François Hollande. Intanto però ieri l’aviazione francese ha condotto i suoi primi raid aerei contro postazioni dello Stato Islamico in Siria. In precedenza Parigi si era limitata a colpire l’Is in Iraq, con il via libera del governo di Baghdad che invece non c’è da parte di Damasco. Hollande ha rivelato che il primo raid aereo francese ha «completamente distrutto un campo d’addestramento dei miliziani dell’Isis, nella parte orientale del Paese, sostenendo che la Francia sta agendo «per autodifesa» con l’obiettivo di impedire attacchi terroristici. 
Ma anche la Russia si muove pesantemente sullo scenario siriano aumentando la propria presenza. Alla vigilia dell’intervento all’Onu e dell’incontro con Obama, il presidente russo Vladimir Putin ha ribadito il suo sostegno al regime siriano di Bashar Assad e proposto un coordinamento di Paesi della regione per sconfiggere la minaccia Isis. Dal punto di vista russo, ha detto in un’intervista alla rete televisiva americana Cbs, c’è un solo esercito regolare in Siria, ed è quello del presidente Assad. Il capo del Cremlino ha criticato la politica di sostegno ai ribelli anti-regime messa in atto dall’amministrazione americana, definendola non solo illegittima, ma anche inefficace perché molti di coloro che sono stati addestrati adesso stanno confluendo tra le forze jihadiste, portandosi dietro anche le armi fornite da Washington. «Secondo me – ha detto – fornire sostegno militare a strutture illegali va contro ai principi del moderno diritto internazionale e la Carta delle Nazioni Unite». Intanto Mosca incassa un punto: l’Iraq ha annunciato una stretta cooperazione d’intelligence con Russia, Iran e Siria.
Renzi: “Evitiamo una nuova Libia”
L’Italia è contraria «a blitz e raid in Siria» perché «occorre evitare una nuova Libia»: lo ha detto il premier Matteo Renzi, a margine dell’Assemblea generale dell’Onu, commentando con i giornalisti i primi bombardamenti aerei dei caccia francesi sui cieli siriani. «Serve una strategia complessiva con il coinvolgimento di tutti e non iniziative spot», ha spiegato Renzi, evitando – ha insistito – quel che accadde in Libia, quando «all’intervento armato non ha fatto seguito un’azione politica». Il premier ha anche ricordato, citando il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, che la Siria è «una macchia sulle coscienze» del mondo.
Per quanto riguarda la Libia, dove la situazione è ancora confusa anche se si attendono sviluppi dall’accordo Onu, Renzi ha detto: «non credo ci sia da aspettarsi miracoli». Renzi, che tra gli altri a New York ha salutato il cubano Castro, l’iraniano Rohuani e il cinese Xi, ha detto che sulla crisi libica, l’Italia «fa la sua parte, promuovendo il dialogo: la pace la potranno fare solo i libici e noi lavoriamo in questa direzione».
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27 Settembre 2015
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