Maurizio Baruffaldi
5:01 pm, 13 Luglio 15 calendario

Per l’estate un corpo involucro

Di: Redazione Metronews
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È riuscita a perdere quasi quattro chili in un mese; vittoria costruita sul mantra “Quando hai fame fuori pasto bevi un bicchiere d’acqua”. Comprarsi un costume è una prova estrema, non lo poteva fare sentendosi sovrappeso, nemmeno chiusa nel camerino: lo specchio è un nemico più spietato di qualunque sguardo. Solo dopo il verdetto della bilancia è riuscita a reclutare l’amica per lo shopping for the beach. Anche se non avrà mai il Belly Slot, canaletto che va dall’ombelico ai seni, centro degli addominali che separa gli dei dai mortali su Instagram e sulla spiagge. E sa per certo che riprenderà parte di quei chili persi nelle due settimane impudiche sull’isola croata del momento. Ma deve partire più leggera che può. Nella fase di preparazione il gambo di sedano diventa uno scettro, l’insalatona mista una trofeo, il pane un sogno. E ci sta, questa fatica per tenere il proprio corpo nei limiti estetici e vitali. È un dovere verso se stessi. Non possiamo giustificare la nostra pigrizia (fisica e mentale pari sono) con l’indignazione verso l’esempio mediatico, i canoni di magrezza e atletismo proposti, irraggiungibili ai più. Quello è l’estremo da guardare con il giusto distacco, e in certi casi anche con una sfumatura di compassione per quello che costa. Perché la diabolica emulazione che ne deriva è marginale, rispetto all’altro estremo, molto più facile da raggiungere, o meglio, che ci raggiunge facile, se rallentiamo troppo: è l’obesità ad essere dominante, e insopportabile. L’organismo maltrattato dall’obesità: punto di non ritorno, simbolo della rassegnazione. Evitiamo di consolarci scomodando l’anima, lo spirito o altri sinonimi: il nostro corpo non è un involucro. È tutto quello che abbiamo.
MAURIZIO BARUFFALDI, giornalista e scrittore

13 Luglio 2015
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