Quell’ansia del nonno per le parole ai nipotini
![](https://metronews.it/wp-content/uploads/2021/05/Baruffaldi_maurizio-103.jpg)
Lo trovo in sala, seduto davanti alla radio accesa. La tavola già apparecchiata per due, pronta per mezzogiorno. Le pastigliette dietro il bicchiere. Sono le dieci di mattina, Radio Zeta viaggia a un volume deciso. Mi dedica uno sguardo di qualche secondo, prima di riabbassarlo sulle mani che tiene aggrappate tra loro e appoggiate sopra le ginocchia. Allora vado a baciarlo, e lui resta com’è, la testa ferma, a ricevere. Sento prima gli zigomi, poi la pelle della guancia, sempre fresca, ma implosa. Ha i capelli bianchissimi, vaporosi e radi e la barba fatta, che gli lascia qualche chiazza rossa sotto il mento. Mi spiega che stamattina ha fatto il bagno e tutto il resto. – Da solo? – gli chiedo. – No. Mi fa male il ginocchio. Mi ha aiutato tua madre. – Tua madre. La chiama sempre così. Con dentro una briciola di rancore. E allora mi siedo e mi metto in ascolto, suo personalissimo analista. E il silenzio accumulato comincia a gocciolare. Mercoledì ha ricevuto gli auguri dei nipoti, e adesso è preoccupato per Natale. Perché non riesce più “a fare i bigliettini”. Un rito scritto che si ripete ogni anno. Il suo certificato d’amore.
– Non ci credo. Uno come te!
Scuote la testa. È il suo gesto. Il rammarico, perché chi ha di fronte non capisce, non può capire come si sente, quello che sente, lui, dentro.
– La mia testa non ce la fa più, Maurizio. Quando mi metto lì, davanti al foglio per scrivere, basta, niente! È come se il cervello fosse… dentro l’aria! – Ho capito, papà. Un palloncino sfuggito alle mani di un bimbo. Ma non glielo dico. – Allora facciamo che al posto di scrivere lo dici, quello che ti viene, a tavola, quando ti va… – Annuisce. La sua posizione è quella di partenza, statua vivente. La testa però si concede un leggero dondolio, un movimento che fa quando culla una riflessione vagamente ottimistica.
– Sì, magari così, nella situazione, le cose mi vengono.
Le cose. Le parole sono cose, hai ragione papà. Mi sollevo vado a baciargli la fronte.
MAURIZIO BARUFFALDI
© RIPRODUZIONE RISERVATA