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8:11 pm, 2 Luglio 15 calendario

Piani anticorruzione scarsi e inefficaci

Di: Redazione Metronews
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ROMA Un grande lavoro ancora da fare perché la corruzione «è un fenomeno sistematico» che «mina la democrazia». Una strada ancora lunga ma davanti si hanno sfide da «far tremare i polsi». Questa la sintesi della relazione del presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone, che ieri ha presentato alla Camera il dossier sul lavoro dell’Autority. Cantone ha parlato di «un sistema gelatinoso in cui si fa persino fatica a dire chi è il corrotto e chi è il corruttore». Ma la reazione c’è.
La consapevolezza dei cittadini
È «positiva la risposta di consapevolezza dei cittadini nel contrasto alla corruzione – ha sottolineato Cantone – la gran parte delle segnalazioni all’Autorità, circa il 68%, viene infatti inviata a “titolo personale”, non solo da dipendenti pubblici ma anche da professionisti, e riguarda in modo particolare i Comuni e gli enti pubblici locali (oltre la metà dei casi), cioè i soggetti istituzionali più vicini ai bisogni dei cittadini». Per Cantone «è un segnale che dimostra come i cittadini si stanno impadronendo e stanno apprezzando la novità». Ci sono però anche molte ombre: i piani anticorruzione, presentati dal 90% delle pubbliche amministrazioni «sono di qualità insufficiente per metodo, sostenibilità ed efficacia».
Non funzionano le “spiate”
Anche il sistema del “whistleblower” stenta a decollare «sia perché la tutela normativa per il dipendente pubblico che segnala illeciti nell’ambito del rapporto di lavoro non viene ritenuta efficace, sia per la scarsa propensione alla segnalazione spesso concepita come delazione». Al palo è rimasta anche la rotazione del personale nelle Pubblica amministrazione, prevista come misura preventiva nella lotta alla corruzione, «è pianificata solo nel 40% dei casi».
Le infrastrutture restano terra di tangenti
«La fase realizzativa delle opere continua ad essere caratterizzata da forti ritardi e contenziosi, dall’apposizione di varianti e riserve». Così Cantone, che ha ricordato come l’Autorità stia vigilando sulla Metro C di Roma e l’Alta velocità a Firenze. La corruzione «alberga negli appalti pubblici», ma è arrivata «nelle attività sociali del terzo settore».
Severino da rivedere
Da Cantone è arrivata anche una riflessione sulla legge Severino, che presenta «ricorrenti problematiche e dubbi applicativ. Ci sono criticità nella normativa – ha detto il presidente dell’Autorità anticorruzione – che richiedono necessariamente interventi legislativi. Sono convinto che la legge Severino sia da riguardare, ma non tanto per quanto riguarda la sospensione, istituto che noi riteniamo utilissimo, quanto per  molti altri aspetti». Sul caso del governatore campano De Luca «bisogna attendere quello che dirà la Corte Costituzionale, che deciderà non a distanza di anni ma di mesi».
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2 Luglio 2015
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