La quarta volta di Governator
CINEMA Schwarzenegger, il ritorno. Debuttò 31 anni fa nel “Terminator” firmato da James Cameron, per poi tornare ad interpretarlo in “Terminator 2. Il giorno del giudizio” (1991) e in “Terminator 3 – Le macchine ribelli”. Ma stavolta è come riniaziare da capo nel reboot firmato da Alan Taylor “Terminator Genisys” (dopo la prima europea a Berlino, in Italia dal 9 luglio), perché qui (quasi) tutto il passato della saga si azzera e l’universo temporale in cui ci si muove è diverso. Immutabile solo il vecchio (ma sempre tonicissimo) Arnold, che riprende i panni di custode del futuro dell’umanità. Ad affiancare l’ex Governatore nella nuova battaglia nella quale dovrà persino lottare contro una sua versione più giovane, Jason Clarke, Matt Smith ed Emilia Clarke.
Ma si può azzerare il futuro? «Se siamo dentro questa saga, tutto è possibile!», spiega il regista Taylor, nato nel piccolo cinema indipendente, approdato poi a “Thor” e al “Trono di spade” e oggi innamorato del cinema in versione fantastica e in formato kolossal, «Anzi, abbiamo cercato un diverso realismo, perché anche se la saga creata da Cameron è ineludibile, soprattutto ogni volta che si racconta di un futuro possibile. Io, pur non negando quella visione, ne ho dato però una mia rappresentazione, tenendomi strette le cose che amo di più di quei film e proiettandolo più massicciamente degli altri capitoli nel futuro». E sul veterano Arnold dice: «È incredibile come un attore con la sua esperienza sia ancora disponibile ad ascoltare i suggerimenti di tutti. È stata una vera sorpresa». SILVIA DI PAOLA
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