femminicidi
8:51 pm, 8 Giugno 15 calendario

Spara all’ex compagna e poi si uccide

Di: Redazione Metronews
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RIOFREDDO È morto lunedì mattina all’ospedale de L’Aquila l’uomo, che nella tarda serata di domenica a Riofreddo, in provincia di Roma, aveva sparato alla compagna uccidendola e aveva poi tentato di uccidersi. L’uomo di 51 anni, al culmine di una lite, ha sparato alla compagna 47enne che stava per lasciarlo. Tutto davanti alla figlia più piccola, 8 anni, che ha dato l’allarme chiamando gli altri tre fratelli. La bambina era in casa e avrebbe, dunque, assistito alla scena dell’omicidio-suicidio dei genitori, un allevatore e una casalinga conviventi da 20 anni.
Ritrovata la pistola
Sulla vicenda indagano i carabinieri di Subiaco che, subito intervenuti con i colleghi della Stazione di Vallinfreda, hanno rinvenuto sul posto l’arma utilizzata per l’omicidio: una pistola calibro 765 che l’uomo deteneva regolarmente. La salma della donna si trova ora all’Istituto di medicina legale di Tor Vergata dove verrà eseguita l’autopsia. «Una sequenza di femminicidi spaventosi, nella quantità e nella cronaca di come sono avvenuti. Ci chiediamo quante donne debbano ancora morire e quanti bambini devono ancora essere vittime con le loro madri, prima che Stato e Magistratura comprendano che va fatto un salto di qualità: sia negli strumenti messi in campo sia in una nuova cultura della valutazione dei casi»: commenta la presidente di telefono Rosa, Gabriella Carnieri Moscatelli.
Una terribile escalation
«Avevamo, solo qualche giorno fa, letto della terribile morte di Loredana Colucci, ammazzata dal suo torturatore, libero nonostante avesse tentato di strangolarla e nonostante le reiterate (quanto inutili) denunce della donna per stalking. Le cose sono due – dice Moscatelli – se il giudice ha agito nel rispetto della legge, allora questa legge va cambiata. Ma non basta: serve un cambiamento culturale anche dei magistrati».
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8 Giugno 2015
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