Ragonese: “I Sud si somigliano tutti”
ROMA «Alle volte se apriamo gli occhi, se impariamo ad ascoltare, a metterci a nudo, scopriamo cose di noi e degli altri che non immaginavamo». Così parla Isabella Ragonese e parla di una donna in una storia di guerra nel prossimo film di Gianluca Tavarelli, dal 4 giugno al cinema.
Titolo: “Una storia sbagliata”, ispirato all’ultimo singolo di Fabrizio De Andrè, in cui lei recita a fianco di Francesco Scianna, nei panni di una donna in cerca disperata di notizie dell’uomo amato e sprofondato nella guerra in Iraq.
Che percorso fa la donna che interpreta?
Un percorso che butta giù pregiudizi e che in tanti dovremmo fare. È una donna che da sola si mette in viaggio, accodandosi ad una missione umanitaria in Iraq durante la seconda guerra del Golfo per cercare il marito-soldato, perché vuole vedere in faccia i familiari dell’uomo che ha causato la sua morte. È carica di odio ma il suo diventa un percorso di conoscenza più che di perdono e, durante il viaggio, scopre una realtà molto diversa da quella che immaginava: come spesso accade, anche qui luoghi o persone ci sembrano tanto lontani anche se in realtà ci somigliano.
Cosa ha significato invece per lei questo viaggio?
Ho scoperto che i Sud del mondo si somigliano moltissimo. Da siciliana mi ha colpito che quei luoghi sono molto simili ai nostri, i problemi dei bambini di Gela spesso sono i problemi di quei bambini e via dicendo.
Come ha trovato la Tunisia in cui avete girato?
C’ero stata negli anni ’90 e ho trovato la situazione molto cambiata: le donne hanno cominciano a girare coperte e si respira, appena fuori Tunisi, un’atmosfera pesante, come se si stesse vivendo in un nuovo medioevo.
SILVIA DI PAOLA
© RIPRODUZIONE RISERVATA