Soliti Idioti
7:58 pm, 12 Marzo 15 calendario

Con Biggio e Mandelli anche Dante diventa Idiota

Di: Redazione Metronews
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CINEMA Un Dio barbutissimo che non fa che fumare e imbottirsi di superalcolici; un Gesù (donna, interpretato da Tea Falco) sempre incollato al cellulare; un Lucifero molto cool che chiede aiuto a Dio per catalogare i peccati contemporanei, dall’hackeraggio allo stalking, che stanno facendo esplodere l’Inferno. Urge un nuovo ordine e, allora, perché non chiamare Dante Aligheri e spedirlo sulla Terra per aggiornare quel catalogo che nella Divina Commedia gli era venuto benissimo? È “La Solita Commedia-Inferno” (dal 19 marzo nei cinema) dalla premiata ditta Biggio-Mandelli che, dopo il successo de “I soliti idioti”, hanno il coraggio di sterzare e andare oltre.
È una sfida allontanarsi da un successo annunciato come avrebbe potuto essere il terzo film dei Soliti Idioti?
Fabrizio Biggio: Sì, ci è stato proposto più volte di farlo ed era la cosa più facile. Ma volevamo metterci alla prova. Anche andare sul palco di Sanremo senza essere cantanti è stato un mettersi alla prova. Non ci interessa andare sul sicuro.
Come siete arrivati al film?
Francesco Mandelli: Dopo “I soliti idioti” eravamo un po’ spaesati, cercavamo un’idea e ci è venuta quella di raccontare, dopo i piccoli tic e le nevrosi, i  peccati.
Come la tecnodipendenza?
F.B.: Non condanniamo la tecnologia, ma il suo abuso e la dipendenza. E poi, certo, una volta molte cose erano più belle, dalle case alle macchine. Sarà banale ma io sono banale.
È il tempo della bruttezza?
F.M.: Sì. È davvero come se ci fosse una campagna per l’imbruttimento generale, perché il brutto costa meno e fa guadagnare. Le sale giochi sono tra le cose più brutte in Italia. La staticità della scuola italiana un’altra. Nel film diciamo che presto si studierà Vasco Rossi invece di Dante, è una provocazione, ma per l’uomo comune il Sommo Poeta non è Dante, ma Vasco.
E chi mettereste a capo del ministero della cultura?
F.M. I primi tre nomi che mi vengono in mente sono: Alfano, Gasparri e Salvini.
SILVIA DI PAOLA

12 Marzo 2015
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