Csi ora combatte il cyber crime
SERIE TV Dopo “Csi: scena del crimine”, “Csi: Miami” e “Csi: New York”, è arrivato su Rai 2 il nuovo nato: “Csi: Cyber”. L’ennesimo poliziesco destinato al successo ha come protagonista il neo premio Oscar per “Boyhood” Patricia Arquette, che veste i panni di un’esperta di crimini informatici. A produrlo, Jerry Bruckheimer, l’uomo che ha firmato i più grossi blockbuster di Hollywood degli ultimi tre decenni (“American Gigolò”, “Flashdance”, “Beverly Hills Cop”, “Armageddon” e “Pirati dei Caraibi”, per capirci). L’abbiamo incontrato al 54° festival della Tv di Montecarlo dove ha ritirato il premio alla carriera.
Ci parli di Csi: Cyber.
Bisogna stare al passo con i tempi: grazie a internet e alle nuove tecnologie ci sono nuovi modi per commettere crimini e “Csi: Cyber” parla proprio di questi. Lo spinoff manterrà il legame con le altre serie di Csi, ma non sarà ambientato in una sola città, vedremo Avery Ryan viaggiare spesso.
Chi è l’agente Avery Ryan?
È un personaggio basato sulla figura reale di Mary Aiken, psicologa forense specializzata nella risoluzione di crimini informatici.
Perché ha voluto Patricia Arquette?
Sono estasiato dall’averla nel cast: era tanto che desideravo lavorare con lei, ma per anni è stata impegnata sul set di “Medium”.
Come sceglie che cosa produrre?
Produco ciò che mi piacerebbe vedere come spettatore. Non mi limito a distribuire soldi, ma leggo tutti copioni, supervisiono gli episodi e scelgo gli interpreti. Un buon produttore deve ascoltare e rispettare gli attori.
Progetti in cantiere?
Tanti, sopra tutti “I pirati dei Caraibi 5” con Johnny Depp, capitolo che sarà più realistico e meno “mostruoso” dei precedenti, “Bad Boys 3” e “Top Gun 2”.
LORENZA NEGRI
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