Milano
7:51 pm, 15 Dicembre 14 calendario

La Corte bacchetta Expo Spa

Di: Redazione Metronews
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OPERE Conti in rosso. Necessità di maggiore trasparenza . Un ricorso massiccio ai poteri commissariali per sanare i ritardi. La scelta di localizzare l’evento su terreni pubblici e privati (l’85%) che ha reso difficile la gestione della governance e causato grosse perdite di tempo. È la sintesi della relazione della  Corte dei conti sulla gestione finanziaria di Expo Spa per il  2013. Un documento non certo roseo, dove si legge: “Si rivela ora indispensabile (…) che la Società gestisca in modo incisivo e trasparente i problemi ancora presenti, tra i quali quelli conseguenti ai procedimenti giudiziari in corso, assicurando la legalità delle procedure di affidamento di  opere e servizi”.
Costi alti per i terreni
Sulla scelta di Rho-Pero, la Corte è chiara: è stata una “circostanza” che ha “indubbiamente determinato diverse criticità, sia per i costi di acquisizione che per le difficoltà operative connesse alle procedure di rilascio delle aree”, e “la convergenza di interessi pubblici e privati che ne ha costituito lo scenario di fondo (…) avrebbe potuto essere caratterizzata da un diverso e più omogeneo coinvolgimento degli operatori privati coinvolti, specie nella ripartizione dei rischi e nell’efficientizzazione delle risorse”. Tradotto, i rischi se li è accollati solo il pubblico.
Soldi a causa dei ritardi
Infine la cassa: i giudici, che certificano una perdita di 7,42 milioni, invitano alla prudenza: le disponibilità liquide cresciute dai 186,89 milioni del 2012, ai 348 del 2013, sono l’effetto dei ritardi sul cronoprogramma, che ha determinato lo slittamento al 2014 di alcuni investimenti e, quindi, anche “consistenti varianti in corso d’opera (pari a 38,5 milioni) e rilevanti “riserve” (soldi extra chiesti dalle imprese, ndr)  da parte delle imprese appaltatrici”.
ANDREA SPARACIARI
Il rifiuto di Maroni
“Se il Governo non metterà i 60 milioni che il ministro Martina aveva promesso per Expo a novembre e ancora non  stanziati, noi non metteremo la nostra quota, pari a 18 milioni, per il 2015”. A dirlo ieri, il presidente Maroni.
Uno scontro, quello tra Pirellone e Roma, che arriva il giorno dopo la rovente polemica tra lo stesso Maroni e il ministro Lupi per gli aiuti pubblici negati alla Brebemi.
Tanto, che alcuni consiglieri regionali Pd hanno parlato di “ripicca politica”.
 

15 Dicembre 2014
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