Australia
8:48 pm, 15 Dicembre 14 calendario

Forze speciali a Sydney per liberare gli ostaggi in un bar

Di: Redazione Metronews
condividi

AUSTRALIA Blitz della polizia alla caffetteria di Sydney dove per sedici ore un uomo armato ha tenuto in ostaggio diciassette di persone. Nel corso del blitz almeno tre persone sono rimaste uccise e quattro ferite, di cui tre in condizioni critiche. Tra i morti anche il sequestratore, tra i feriti un poliziotto. non sono stati dati particolari sulle circostanze della morte dei due ostaggi.
Il blitz delle forze dell’ordine è iniziato quando un gruppo di sei ostaggi è riuscito a fuggire. Si sono sentiti colpi di arma da fuoco per almeno 60 secondi. Al termine i paramedici sono entrati nella caffetteria, portando via delle persone in barella. Un robot antibomba manovrato dagli artificieri è entrato in azione nel locale alla ricerca di possibili ordigni.
Il sequestratore avrebbe fatto riferimento all’esistenza di quattro bombe, due piazzate nel locale in cui si trovava con gli ostaggi, altre due all’interno del distretto finanziario della città.
L’uomo si era barricato chiedendo di poter parlare con il primo ministro australiano Tony Abbott. Il sequestratore era un predicatore iraniano, chiamato Man Haron Monis, che ha ottenuto asilo in Australia. Haron era libero su cauzione in seguito a una serie di accuse per reati violenti (avrebbe organizzato l’omicidio della moglie ed è sotto inchiesta per diverse molestie sessuali a donne) ed è stato condannato per aver scritto lettere offensive a famiglie di soldati australiani deceduti.
Il sequestratore ha esposto alla finestra del locale una bandiera nera islamica, e successivamente ha chiesto agli agenti di polizia di avere una bandiera dello Stato Islamico. Di origine sciita, si era infatti convertito al jihadismo sunnita. 
Tutto è iniziato in mattinata (ora locale) all’arrivo della gente sul posto di lavoro nella zona di Martin Place. Testimoni hanno visto un uomo armato e con una borsa entrare nella cioccolateria dove al momento sembrava si trovassero dieci dipendenti e una trentina di clienti. Le forze dell’ordine hanno evacuato i vicini edifici e circondato l’intera zona. Dopo sei ore circa di assedio, tre persone sono uscite. E un’ora dopo altri due ostaggi sono stati liberati. Poi altrelunghe ore e infine l’epilogo.
Sui siti arabi
Intanto, su siti arabi e non solo, tanti i messaggi che inneggiano al sequestratore. “Oh eroi, uccidete tutti gli ostaggi. L’Australia e tutti i Paesi del mondo – scrive un lettore a commento di un articolo pubblicato sul sito della tv qatariota al-Jazeera – devono capire che sono stati loro a iniziare”. Il lettore chiede quindi di “uccidere tutti gli ostaggi, perché il loro Paese che fa appelli alla libertà, ci attacca e ci bombarda. Non abbiate pietà dei loro popoli, perché loro sono come i governi che eleggono. Uccideteli tutti e distruggeteli, come loro fanno con noi. Fate in modo che spendano il loro denaro per proteggere sé stessi e non per bombardarci”. Non mancano i commenti di lettori che condannano il sequestro di Sydney, che sono la maggioranza sul sito di al-Arabiya, tv satellitare concorrente di al-Jazeera. Ma anche sul sito della Cnn in lingua araba si contano decine di messaggi a favore del sequestratore. “Tanti auguri agli australiani – si legge in uno dei commenti – questo è solo l’inizio”.
La condanna islamica
Un gruppo di oltre 40 organizzazioni musulmane attive in Australia ha condannato il sequestro, definito un “atto spregevole”. “Rifiutiamo – si legge nella nota congiunta dei 40 gruppi musulmani – ogni tentativo di colpire la vita di qualunque essere umano innocente o di infondere paura e terrore nei loro cuori”. Poco prima anche il Gran Mufti di Australia, Ibrahim Abu Mohamed, e il Consiglio nazionale degli Imam avevano condannato con fermezza il sequestro, definendolo come un “atto criminale” e sostenendo che “questo genere di azioni è condannato dall’Islam”.
METRO

15 Dicembre 2014
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo