MAFIA
7:53 pm, 14 Dicembre 14 calendario

Le imprese confiscate non riaprono più

Di: Redazione Metronews
condividi

ROMA La gelateria specializzata in gusti al cioccolato che guarda l’incessante flusso di turisti del Pantheon a Roma rimase chiusa solo pochi giorni. Ma è un’eccezione. Il suo destino fu in bilico meno di un anno fa, quando a fine gennaio con un’operazione della Dda tra Roma, Napoli e la Toscana, furono sequestrate decine di imprese. Tutte gestite da “mafia spa”. Di queste, poche oggi esistono ancora. E le altre?
Con la crisi aumentate le confische
Dall’inizio della crisi le aziende confiscate sono aumentate del 70%. Oggi le imprese confiscate sono oltre 1.700, e quelle sequestrate potrebbero essere 5 volte tanto. Molte di queste tuttavia, una volta risanate, finiscono fuori mercato. Lo racconta nel libro “Le aziende confiscate alla mafia” (Guarini Next) Marella Caramazza, direttore dell’Osservatorio Imprese Management e Legalità e direttore generale della Fondazione Istud. “Bisogna adottare scelte impopolari ma aziende che non riescono a camminare da sole devono essere chiuse”.
E i lavoratori? Spesso sono ignari di essere alle dipendenze di criminali.
Si dovrebbero investire i soldi della cassa integrazione per reinserirli nel mercato del lavoro.
Spesso sono aziende floride, ma poi non riescono a rimanere aperte.
Si giovano di diseconomie: hanno un flusso di soldi costante, dovuto al riciclaggio, rapporti privilegiati con i fornitori. Quando si rientra nella legalità, non ce la fanno.
Insomma, la mafia riesce a fare impresa e lo Stato no?
È una partita a carte truccate, ma pare di sì.
Quale soluzione?
Bisogna capire quali aziende possono competere; poi ridurre i tempi tra sequestro e confisca, e creare una rete tra pubblico e privato per la  riconversione delle imprese.
STEFANIA DIVERTITO

14 Dicembre 2014
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo