Ogm: c’è l’accordo sulla libertà degli Stati Ue
BRUXELLES È stato raggiunto a Bruxelles un accordo di principio che se confermato, consentirà ai singoli Stati membri di decidere liberamente sulle coltivazioni Ogm. Ad annunciarlo ieri, su twitter, il ministro per l’Ambiente e presidente di turno del Consiglio Ue ambiente, Gian Luca Galletti: «L’accordo di principio raggiunto tra Consiglio, Commissione e Parlamento Ue a Bruxelles ci porta molto vicini a un grande traguardo europeo sotto la Presidenza di turno italiana: il riconoscimento della sovranità e dell’autonomia dei singoli Stati nelle scelte sulla coltivazione degli Ogm nel proprio territorio. Su un argomento così delicato, che riguarda tutta la società, dagli agricoltori ai consumatori, credo sia arrivato dalle istituzioni europee un segnale di grande responsabilità e attenzione».
La finalizzazione dell’accordo spetta ora al Consiglio Ue che ne discuterà in una riunione di ambasciatori il 10 dicembre, e al Parlamento europeo che voterà l’intesa a gennaio L’Italia è la nona presidenza dell’Unione che tenta di portare a casa una decisione estremamente importante per il settore. Per questo, è stato lo stesso Galletti, a guidare i negoziati del Consiglio Ue.
Un comunicato di Greenpeace sottolinea tuttavia che l’accordo non prevede la possibilità per gli stati membri di vietare un Ogm per ragioni ambientali, il che rappresenta un’arma in più per i giganti del biotech per contrastare per vie giuridiche un divieto nazionale.
Il problema delle etichette
Da noi è già proibito coltivare Organismi geneticamente modificati, ma non venderli. I cibi che contengono più dello 0,9% di Ogm devono riportarlo in etichetta. Secondo Legamebiente, «in Italia non basta però leggere l’etichetta per evitare gli Ogm. Perché purtroppo le etichette su salumi, carni, uova, latticini e tutti i derivati da animali alimentati con mangimi Ogm, non contengono informazioni relative alla filiera di produzione».
Coldiretti: “In Italia saranno vietati definitivamente”
«Da sempre Coldiretti è contraria agli Ogm. Non possiamo quindi che essere lieti della decisione di Bruxelles. Anche se i passi da fare sono ancora molti»: è cautamente ottimista Stefano Masini, responsabile Ambiente di Coldiretti e docente di diritto alimentare presso l’ateneo romano di Tor Vergata.
Cosa succederà ora in Italia?
Scadranno a breve i diciotto mesi dall’entrata in vigore del decreto interministeriale che vieta temporaneamente gli Ogm nel nostro Paese. Se, come credo, avremo in poco tempo la normativa europea, lo Stato italiano potrà mettere al bando definitivamente gli Ogm. Non credo ci possano essere cambi di rotta. Non ho conosciuto nessun ministro dell’Agricoltura che sia stato favorevole agli OGM, se non una piccola apertura di Galan.
Si risolverà anche la questione della etichettatura dei cibi, dove non è obbligatorio indicare presenza di Ogm sotto lo 0,9%?
Non credo che la Ue arriverà a tanto, anche se lo auspichiamo. La ragione tecnologica che oppongono è che se una mucca viene alimentata con mangime Ogm, nel suo metabolismo c’è una degradazione della componente Ogm che quindi non arriva nel latte. Dal punto di vista scientifico, però, è una questione molto controversa.
VALERIA BOBBI
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