8:46 pm, 9 Settembre 14 calendario

Soltanto l Italia taglia la scuola

Di: Redazione Metronews
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Roma. Luci e ombre nel rapporto Ocse 2014 “Uno sguardo sull’istruzione”. Gli unici dati positivi per il nostro Paese riguardano il miglioramento della qualità dell’istruzione di base (l’Italia, insieme a Polonia e Portogallo, è l’unica ad aver aumentato le competenze dei 15enni) e la crescita tra gli universitari del numero delle donne laureate (ora al 62%). Il rovescio della medaglia è il fatto che il livello medio dei giovani italiani resta basso e siamo l’unico Paese ad aver ridotto tra il 2000 e il 2011 la spesa pubblica per l’istruzione primaria e secondaria. Ciò per effetto della riduzione dei docenti con il blocco del turnover che ha fatto aumentare l’età media degli insegnanti (nel 2012 il 62% nella secondaria aveva più di 50 anni, rispetto al 48% nel 2002). Ora il rapporto tra numero di studenti e di insegnanti è di 12 a uno.
“Se non serve a trovare lavoro, non stuidio”
Quanto ai ragazzi sembra valere l’assunto: «Se non serve a trovare lavoro, non studio». Così le difficoltà cui fanno fronte i giovani italiani per trovare un’occupazione rischiano di compromettere gli investimenti nell’istruzione. I tassi d’iscrizione all’università sono diminuiti e si è interrotta dopo il 2010 la diminuzione del numero di studenti che abbandonano precocemente gli studi. Nel 2012 quasi un giovane su tre (32%) dai 20 ai 24 anni non lavorava e non era iscritto a nessun corso di studi (+10% rispetto al 2008). Sempre nel 2012 circa uno su 7 tra i 17enni (14%) aveva abbandonato la scuola.
Tutti al nido
L’Italia è tra i Paesi più avanzati per quanto riguarda l’accesso all’istruzione “preprimaria”. Il 92% dei bambini di 3 anni è iscritto alla scuola dell’infanzia. Una cifra significativa rispetto alla media del 70% dei Paesi area Ocse. I tassi d’iscrizione crescono fino al 96% per i bambini che hanno compiuto 4 anni.
Un osservatorio per integrare gli alunni stranieri
Il ministero dell’Università e della Ricerca ha istituito l’Osservatorio nazionale per l’integrazione degli studenti stranieri e per l’intercultura. Dovrà «individuare soluzioni per un effettivo adeguamento delle politiche di integrazione scolastiche alle reali esigenze di una società sempre più multiculturale». L’Osservatorio avrà compiti consultivi e propositivi. Dovrà suggerire sperimentazioni e monitorarne l’effettiva attuazione.
 
(Metro)

9 Settembre 2014
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