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12:01 am, 31 Gennaio 24 calendario
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Diodato a Sanremo: “Con Ti muovi porto quel che sono oggi”

Di: Orietta Cicchinelli
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Antonio Diodato si prepara al suo quarto Sanremo, a quattro anni dalla vittoria con la meravigliosa e pluripremiata “Fai rumore”. Il cantautore 42enne, dal tocco raffinato e gentile, torna a Sanremo per presentare “Ti muovi”. Una canzone dalle atmosfere sofisticate, con un ritornello che arriva, ma non immediatamente, a differenza della maggior parte della canzoni sanremesi…

Diodato in gara con Ti muovi

«Io porto quel che sono – spiega Diodato – d’altronde, sarebbe una follia fare altrimenti. Io seguo il mio flusso anche in questo brano. Non mi sono preoccupato di cosa avrebbero portato gli altri. Ognuno porta se stesso e Ti muovi rappresenta quel che ho vissuto in questi anni, anche nei concerti. Insomma, volevo trasmettere nel brano quel che ho sentito nei live. Il pezzo – continua l’artista – è tutto suonato. Parte con chiaroscuri e fragilità che hanno un certo tipo di attitudini, poi cresce. Volevo mi rappresentasse e l’importante è questo. Non vado al Festival per fare la gara. ma per parlare a qualcuno e spero di riuscire a comunicare».

In questo pezzo c’è qualcosa che ritorna. Qualcosa che “riemerge con una certa prepotenza e crea squilibrio – spiega Diodato –. È un dialogo anche con se stessi, ma non solo… Il brano è un crescendo di sensazioni”.

L’impegno sociale

Artista fuori dalle righe che ha abituato il pubblico a testi complessi eppure universali, immediati, Diodato ha scritto anche la colonna sonora di “Palazzina Laf” by Michele Riondino, film di attualità visto che oggi si discute ancora del futuro dell’Ilva di Taranto.

«Da tanti anni diciamo che l’Ilva – continua il cantautore – arriverà a chiudere: noi lo vogliamo, perché ha fatto male a tante persone. Anche se ha dato posti di lavoro, per me viene sempre prima la salute e la tutela dell’ambiente, nel rispetto di chi verrà dopo e si troverà un mondo disastrato. Abbiamo provato a indicare una strada alternativa all’Ilva, ma non c’è mai stata la volontà di andare in quella direzione. Oggi, poi, ci lavorano 6 o 7 mila persone, nulla rispetto agli Anni ’80. Occorre guardare in faccia la realtà – sottolinea Diodato – ma purtroppo la politica ha solo messo pezze nel tempo, e ormai siamo a un momento drammatico. Ce lo aspettavamo”, chiosa con amarezza.

«La colpa? Non è certo degli attivisti. Si parla tanto di posti di lavoro, ed è giusto, ma non si parla di costo in termini di vite umane».

L’amore

Tornando a Sanremo e alle canzoni, Diodato canta ancora l’amore. «Mi piace – dice chiaro – raccontarlo con disincanto e delicatezza. Vorrei riuscire a raccontare l’amore di tutti o, almeno, quelle esperienze che ci siamo ritrovati a vivere… La parola è incisiva è al centro. L’ho scoperto avvicinandomi a De André”.

Serata cover
Diodato con Jack Savoretti porterà sul palco “Amore che vieni amore che vai” del grande Fabrizio De André. «Vocalmente è un registro, lontano da me – spiega il musicista – ma ascoltandolo ho capito l’importanza della parola. E, poi, torno a Sanremo a 25 anni dalla scomparsa di De André e a 10 dalla mia prima volta all’Arisron e, mi son detto, che avrebbe rappresentato tanto per me portare quella cover, omaggio al grande poeta e cantautore che non ho mai conosciuto, se non attraverso la sua musica».

Il duetto con Jack Savoretti

«Ci sono stati incontri in questi anni con Jack e ci siamo promessi di rivederci per fare qualcosa insieme… Quindi, quando ho scelto la cover è venuto fuori il suo nome: un cantautore britannico con un cuore genovese e una storia particolare. Savoretti è anche un grande amante delle canzoni di De André e mi ha detto subito di sì. La cover? Non sarà esattamente la versione che si trova nel mio album di 10 anni fa. Questo è accaduto altre volte con mie canzoni nei live. Mi piace avere punti di riferimento, ma anche raccogliere stimoli che vengono dall’esterno, e alcune canzoni hanno preso tutta quella energia che sentivo sul palco e sono diventate altro».

«Così – racconta Diodato – ho deciso di andare alle Officine Meccaniche e provare a registrare live quei brani che sono poi diventati importanti. Ci sto lavorano ancora e ci saranno delle sorprese per chi mi ha seguito poco dal vivo, come la versione nuova di Ti muovi».

La bellezza secondo Diodato

«Condividere l’amore che provi con gli altri. Quando sei con qualcuno che ha la tua stessa attitudine e voglia di esprimere il proprio amore allora senti che sei perfettamente connesso con quel che vivi. È qualcosa che ti fa crescere e ti mostra la direzione giusta».

La famiglia al centro
«Ho imparato a condividere tanto con la mia famiglia. Ho vissuto un momento bellissimo con mia madre, anche divertente, tra il cinema e la musica. Rimpiango di non averlo fatto prima, ma forse non ero pronto: mi ci voleva molta più serenità. Con gli anni ho imparato anche il senso della leggerezza nel fare musica».

La felicità
«Oggi mi sento al mio posto. Mi trovo bene nel fare quel che faccio. Ho fatto delle scelte: per esempio, non sono mai stato al Primo maggio di Roma. Quelle scelte mi hanno tolto un certo tipo di esposizione, ma era talmente bello il percorso che stavo facendo che non me ne sono preoccupato. Non mi sono sentito escluso politicamente né penalizzato. Avrei potuto fare altre scelte? Non credo sarei stato più felice».

31 Gennaio 2024 ( modificato il 30 Gennaio 2024 | 15:01 )
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